Page 24 - Numero Unico 2020
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fattore di accelerazione del processo di digitalizzazione. Per dare un’idea precisa dell’impatto dell’evento pandemico sulla digitalizzazione degli Atenei, prendiamo ad esempio l’Università di Torino. Tra il 24 febbraio e il 4 maggio 2020, vale a dire durante e a valle del lockdown di primavera, l’infrastruttura digitale dell’Università di Torino ha sostenuto un carico pari a circa 30mila accessi medi giornalieri sul portale. Ha reso disponibili oltre 4mila insegnamenti in modalità a distanza per 3.500 circa fra docenti e ricercatori. Ha prodotto (e stoccato) oltre 63mila ore di materiale video, nonché reso disponibile in forma aperta un enorme capitale di conoscenza. Ciò con un tasso di incremento medio mensile del 10%. Ha prodotto oltre 27mila risorse video on demand che hanno generato 950mila visualizzazioni da parte di oltre 840mila utenti.
In conclusione, l’Università italiana ha attraversato fasi diverse nel suo rapporto con l’innovazione di Internet e del digitale. Fasi che sono tipiche di una relazione complessa tra quegli ecosistemi dalle paradigmatiche implicazioni di cambiamento a una Pubblica amministrazione non rapida nel recepirli e a dare loro impulso. La prima, quella del web statico, del sito cosiddetto “vetrina” messo in rete per dare semplice visibilità ai contenuti e alle informazioni è stata da tempo superata. La seconda, quella dell’interazione basica fondata sulla corrispondenza tra istituzione e utente di servizio, per esempio, via e-mail, via ticket service o telefono ha raggiunto uno stato diffuso di consolidamento. È questa, anche, la fase di Internet come porta di accesso ai servizi, oltreché come mezzo di autopromozione e come “biglietto da visita” nella competizione per la migliore immagine pubblica. La terza fase, quella più propriamente digitale, perché partecipativa, attuata attraverso un modello comunicativo non più solo di tipo bottom-up, in grado di puntare al coinvolgimento della community, nonché della relazione diretta e disintermediata con i suoi membri sembra più che altro un cantiere ancora aperto. Abbiamo visto, in precedenza, come qui si collochi ora la sfida digitale al livello più alto, perché il cambiamento non intacca più solo le strategie comunicative, ma implica la revisione delle forme organizzative delle istituzioni, delle pratiche professionali troppo spesso cristallizzate in routine difficili da scalfire, anche in virtù di una cultura digitale ancora largamente deficitaria nelle nostre amministrazioni pubbliche
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