Page 23 - Numero Unico 2020
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precedente. Di più, un canale di relazione diretto dell’utente del servizio con l’istituzione presuppone per prima cosa – in termini di aspettativa della persona – una risposta rapida (nel rispetto della logica del mezzo) e certa (nel rispetto del principio di competenza) da parte dell’Ateneo; secondo, l’utente presuppone un’eventuale presa in carico del problema segnalato con relativa prospettiva di soluzione. Questa processualità rimanda a quanto più sopra tematizzato: la comunicazione digitale implicherebbe, per la natura stessa dell’oggetto tecnologico impiegato per realizzarsi, la contestuale trasformazione radicale della struttura organizzativa e burocratica che sottostà all’erogazione dei servizi. Nel digitale, la distinzione funzionale fra comunicatore ed ente dispensatore di servizio viene erosa dall’accesso diretto dell’utente all’istituzione competente e garante del servizio. L’immediatezza della domanda, ovvero la pratica comunicativa che si consuma nel real time, al cospetto di una risposta differita, nel caso non frequente che arrivasse, genera uno dei problemi più diffusi nell’esperienza della comunicazione digitale nella Pubblica amministrazione e nelle Università: la discrasia tra l’aspettativa creata dal canale e l’effettiva soluzione fornita.
Alla luce di queste osservazioni, gli Atenei sono attualmente impegnati a gestire le urgenze di cambiamento derivanti dall’interconnessione di funzioni comunicative e organizzative come conseguenza di strategie sempre più digitalizzate. Tanto più i nostri Atenei sono e saranno digitali, tanto più saranno indotti a comunicare nel rispetto delle logiche di network promosse dagli ambienti di Internet, tanto più i processi organizzativi, la macchina amministrativa e burocratica che li governa necessiteranno di una profonda ristrutturazione. Di pari passo è in corso la riqualificazione delle pratiche professionali a tutti i livelli. Almeno in parte, sebbene non quanto sarebbe necessario. Precondizione inalienabile affinché ciò si realizzi compiutamente è l’investimento nelle infrastrutture tecnologiche e, nondimeno, nelle competenze e nel capitale umano. Il rapporto tra Università e processi di digitalizzazione è una di quelle situazioni paradigmatiche che mostra quanto l’innovazione tecnologica sia irrealizzabile se non accompagnata dall’innovazione sociale e da una diffusa cultura digitale. Solo investendo in questa direzione si potrà raccogliere l’esigenza ormai indifferibile di un’interfaccia adeguata con l’istituzione da parte di una cittadinanza sempre più profondamente digitale.
La crisi sanitaria conseguente alla pandemia da Covid-19 costituisce un turning point molto indicativo circa lo stato della digitalizzazione delle nostre Università. Da un lato, infatti, questo evento critico ha messo in evidenza i ritardi di molte realtà universitarie rispetto a certi standard comunicativi ed organizzativi. Dall’altro, però, l’urgenza di affrontare i problemi fondamentali posti dalle misure di distanziamento interpersonale, il ricorso allo smart working su vasta scala e il trasferimento delle attività didattiche in modalità a distanza hanno funzionato come un potente
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