Page 12 - Fisica in Medicina n° 4 - 2017
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È stato uomo di grandi visioni, impegnato nella costruzione di dialogo e collaborazione tra università e ospedali, attivo nel proporre idee e nel difendere il ruolo scientifico dei fisici medici nei centri ospedalieri. Ha sicuramente indicato con fermezza una strada che ancora stiamo cercando di percorrere. Credo che uno dei modi migliori per ricordarlo sia tenere viva l’eredità che ha lasciato, che vive certamente nel nostro bagaglio culturale e professionale e che può dare impronta al nostro modo di vivere la trasmissione della professione ai giovani che si affacciano al mondo della fisica medica e al nostro modo di concretizzare il ruolo scientifico di fisici negli ospedali. Ciao, prof! Tiziana Rancati, Prostate Cancer Program, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Le nostre rispettive carriere sono iniziate con Claudio all’inizio del 1984, quando, freschi di laurea, abbiamo cominciato a lavorare sotto la sua guida dividendo una scrivania in una baracca nel cortile del dipartimento di fisica, di fianco all’edificio che all’epoca ospitava il ciclotrone. Per tantissimi anni Claudio è stato prima un maestro, poi un collega di inestimabile esperienza e infine un amico, tanto è vero che entrambi lo avevamo invitato ai nostri rispettivi matrimoni. Le nostre rispettive carriere si sono incrociate, allontanate e di nuovo riunite molte volte nel corso degli anni, ci hanno allontanato da Milano, ma siamo sempre rimasti legatissimi al nostro primo maestro e abbiamo sempre continuato a collaborare su svariati argomenti di fisica applicata. Con lui abbiamo condiviso turni di misura in Italia e all'estero, pubblicazioni scientifiche, partecipazione a congressi. Claudio ci ha pure riportati a Milano per insegnare alla Scuola di Fisica Sanitaria. Quello che gli è capitato a inizio estate 2004 ha cambiato le prospettive, ma non il nostro rapporto con lui. Senza di lui non