Page 11 - Fisica in Medicina n° 4 - 2017
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insegnamenti in ogni ambito della professione e disciplina, con l'obbiettivo e la speranza di riuscire a trasmettere a mia volta alle nuove generazioni quella stessa passione che lui aveva originariamente trasmesso a me. Anche se oggi se ne è andato, rimarrà sempre vivo in noi il suo ricordo e la sua immensa eredità culturale. Noi, suoi studenti, siamo il suo lascito. La sua guida, la sua amicizia e i suoi consigli rimarranno per me per sempre insostituibili. Flavia Groppi, Laboratorio LASA, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Milano Ricordare il prof. Birattari mi provoca sempre molta emozione e una certa stretta al cuore. Per me, come per molti fisici medici della mia generazione, il prof è stato anzitutto maestro. Di quei maestri che ci augureremmo di trovare in abbondanza sulla nostra via, ma che sono invece figure rare. Ha accompagnato da vicinissimo dieci anni decisivi della mia storia, proprio come un papà, dalla fine dell’università, alla specializzazione, ai primi anni di lavoro “vero” … che poi furono pure gli anni del matrimonio e di tre figli in sequenza … Ho molti ricordi lavorativi e molti ricordi di vita: l’entusiasmo palpabile con cui affrontava le misure sulle linee di fascio, mai stanco e mai sazio, la passione con cui realizzava i suoi rivelatori, la sigaretta, il caffè rigorosamente senza zucchero e con un po’ di latte freddo, gli appunti sempre scritti a matita con scrittura di altri tempi, l’orgoglio con cui parlava della moglie e dei figli. Persona cristallina, il prof. Birattari era non solo grande esperto della fisica sperimentale, ma anche eccezionale comunicatore della passione che aveva. Chiaro e coinvolgente nella didattica, esigente verso sé stesso e gli altri, e allo stesso tempo sempre accogliente, incoraggiante e pronto a far emergere il buono e il bello di ogni idea, insieme agli aspetti su cui ancora lavorare e da approfondire.