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POINT/COUNTERPOINT: RUBRICA DI
MEDICAL PHYSICS
Rassegna a cura di Fabrizio Levrero
L’impiego di Fisici Medici Assistenti è una cattiva idea
Med. Phys. 43 (1), Gennaio 2016
L’Associazione nord-americana di Fisica Medica (AAPM) in un suo documento afferma che alcune istituzioni possono avvalersi di personale non in possesso del titolo di Fisico Medico Qualificato (QMP) per alcune attività cliniche. Tale personale viene definito Assistente Fisico Medico (MPA) e i suoi compiti sono sovrapponibili a quelli di uno specializzando o di un Fisico Medico appena specializzato. Naturalmente qualcuno sospetta che dietro a questa scelta ci sia l’intenzione di reclutare dipendenti a costi minori, attribuendogli compiti che un Fisico Medico Qualificato, per quanto all’inizio della carriera potrebbe svolgere meglio. Questo comporterebbe svantaggi per i pazienti e l’indebolimento della nostra professione.
Di questa idea è DP Fontenla, Associate Attending Physicist e Direttore della Formazione al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. L’autrice dell’intervento mette subito in evidenza il fatto che, mentre i requisiti formativi di un MPA (laurea breve) differiscono fortemente da quelli di un QMP, i compiti risultano praticamente sovrapponibili! La letteratura è piena di esempi di esiti negativi correlabili all’inesperienza dei professionisti coinvolti: istituzionalizzare l’impiego di Fisici in una fase precoce di formazione significa aumentare questo rischio e trascinare la professione in un gioco al ribasso sul mercato del lavoro.
Per il parere contrario interviene GA Ezzell, Chief Physicist al Dipartimento di Radioterapia alla Mayo Clinic di Phoenix in Arizona. Egli premette che il mondo è in continua evoluzione e non possiamo pretendere di restare ancorati a schemi ormai superati. La tecnologia diventa sempre più complessa e malauguratamente la pressione dei problemi economici maggiore. Siamo tenuti a giustificare il reale valore delle nostre scelte in modo da allocare nel modo più efficace le poche risorse disponibili. Bisogna distinguere tra lavoro orientato alla tecnologia e lavoro orientato al paziente: il primo prevede l’esecuzione di controlli di qualità con procedure definite e ripetibili, livelli di tolleranza certi e può essere svolto da personale con una formazione limitata cioè gli MPA. Al contrario qualunque attività rivolta direttamente al paziente, che comporti una scelta sulla base di
Point/Counterpoint
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