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Radiazioni vecchie e nuove

Qualche volta mi piacerebbe che alcune domande che arrivano a #ilfisicomedicorisponde fossero dei tranelli astutamente congegnati per testare la nostra competenza.

Ho qualche fondato timore tuttavia che non sia così; in questo caso bisogna ammettere che se la fisica ha perso l’innocenza il 16 luglio 1945 (Fermi E., 1945), e ultimamente, anche se non abbiamo una data precisa, ha perso l’autorevolezza.

Riceviamo una mail il 10 luglio 2019: “…7 o 8 anni fa quando ero ragazzino ho commesso una sciocchezza seguendo alcuni amici in una serata estiva che hanno voluto raggiungere la cima di una collina nel mio paese dove sono presenti alcuni ripetitori radio tv. […] Io personalmente mi sono avvicinato solo una volta, per qualche minuto forse, al cancello di sbarramento proprio sotto un ripetitore. Vi scrivo per essere tranquillizzato….”

Per quanto possibile, a tranquillizzarlo ci abbiamo provato con gli argomenti che si trovano più volte ribaditi nel forum https://www.fisicamedica.it/forums/wifi-e-campi-elettromagnetici.

Prescindendo dal fatto che l’interlocutore, per necessità di sintesi, non ha espresso preoccupazione per i suoi amici o per tutte le persone che liberamente accedono al posto, mi sembra ora importante evidenziare il problema che tutta la società si trova a fronteggiare se gli enti preposti alla tutela della salute pubblica, e le istituzioni non sono ritenute adeguate a fornire informazioni affidabili.

Non avevo ancora trovato lo spunto per intervenire finché, sul forum pubblico, non è apparso questo post che mi permetto anche di trascrivere:

Buongiorno sono una collega anestesista mi sto scontrando con altre persone su questo tema nonostante abbia fornito diversa documentazione sul fatto che non vi è alcuna controindicazione ad eseguire radiografie in allattamento per il lattante, una collega radiologa sostiene si debba interrompere l’allattamento per 6 ore, una mamma laureata in fisica sostiene che conosce gli effetti delle radiazioni ionizzanti. Vorrei avere una documentazione che attesta eventuali effetti di radiazioni da radiografia sul latte materno eventualmente dannosi per il lattante, grazie

In realtà, il problema del rapporto tra verità scientifica e bene comune è abbastanza antico e l’odierna situazione è sicuramente anche reazione ad errori commessi in passato.

C’è stato, per esempio, un tempo in cui quello che oggi è il consenso scientifico era sostituito dalla Verità detenuta dalla Chiesa, sulle cose ultraterrene come su quelle terrene. Il sistema ha avuto i suoi vantaggi; la teoria più consolidata sulla nascita dell’universo si deve ancora oggi ad un gesuita (Lemaitre G, 1927), ma anche i suoi inconvenienti: superfluo citare il caso Galileo.

Oggi, il Papa può scrivere che “la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe” (Laudato Si, 2015), ma l’imposizione della Verità nel passato, alla lunga, non ha fatto bene neanche alla Chiesa stessa.

Più recentemente, lo Stato ha provato a stabilire regole indiscutibili, fondate scientificamente per il bene comune.

Per esempio, se un reattore nucleare ha il coefficiente di vuoto positivo, si può stabilire che non serve che gli operatori lo sappiano, perché hanno il divieto di operare nelle condizioni che possono generare bolle d’aria. Può succedere tuttavia che si verifichino condizioni eccezionali nelle quali qualcuno autorizza una piccola deviazione dalle regole, sempre al fine di migliorare la sicurezza di tutti. Quello che è successo a Chernobyl (INSAG-7, IAEA, 1992), dimostra che neanche questo sistema funziona molto.

Le acquisizioni della scienza dovrebbe essere pensiero condiviso, non bollate come “pensiero unico”.

Nell’uno-vale-uno della rete, bisogna trovare nuove strade per essere autorevoli, ed essere capaci di dare spiegazioni semplici e coerenti. Per esempio, se le nostre radiologie sono piene di cartelli del tipo “mamma digli che sono qui”, poi dobbiamo spiegare bene che, a determinate condizioni, si possono anche fare radiografie in gravidanza.

Se è vero che un medico radiologo sostiene che una radiografia danneggia per 6 ore il latte materno, probabilmente anche dotarsi di un Ordine, non funziona più di tanto.

La fisica moderna ha effettivamente un rapporto complicato con il principio di realtà (Bell J, 1964), ma la soluzione del paradosso EPR sembra passare per la rinuncia al principio di località.

Troppi credono che la scienza moderna sia rinuncia alla verità oggettiva, in realtà la vera scoperta è che le nostre azioni hanno conseguenze anche dove non pensiamo.

Questo dovrebbe incoraggiarci a essere sempre curiosi, e verificare ogni tanto le conseguenze di ciò che riteniamo consolidato: l’effetto farfalla esiste.

Abbiamo le conoscenze, i mezzi e l’opportunità per spiegare che collaborare non è solo vantaggioso per tutti è anche necessario. E’ complicato, si, ma è anche una bella sfida!