E’ difficile farsi un’opinione corretta sull’impatto del 5G sulla salute; più che altro, se non si è preparati, facendo lo slalom fra le notizie allarmanti che popolano il web si rischia di cadere, vittime di una pseudo cultura fatta di poca scienza e tanta attenzione a fare notizia, con obiettivi vari; come quello di attirare il lettore su pagine pullulanti di banner che per ogni click portano beneficio economico all’azienda di turno, oppure indurre qualche finanziatore a sostenere la ricerca. In questo caso la finalità può essere lodevole, ma non la modalità per ottenerla, se basata su notizie parziali, fuorvianti, volti a stimolare più l’emisfero destro, che governa i nostri aspetti emozionali, piuttosto che su quello sinistro, che analizza razionalmente. Cerchiamo di fare il punto sulla situazione.
Le conoscenze sugli effetti dei campi elettromagnetici a frequenza minore di 300 GHz, sono tutto sommato abbastanza consolidate e discusse più oltre in questa sezione:
Recentemente anche l’Istituto Superiore di Sanità, è intervenuto autorevolmente sulla questione (https://www.iss.it/wp-content/uploads/2019/08/Allegato-online_Presentazione-Rapporto-ISTISAN-19_11_finale.pdf).
Le principali contestazioni alle conclusioni dell’ISS, dell’ICNIRP, in definitiva delle istituzioni preposte a raccogliere il consenso scientifico sulla materia, sono essenzialmente basate su due lavori sperimentali dell’Istituto Ramazzini di Bologna e del National Toxicology Program degli Stati Uniti che hanno evidenziato: in ratti maschi esposti in laboratorio, un aumento statisticamente significativo dell’incidenza di un particolare tipo di tumore maligno.
Questi studi sono condotti in modo scientificamente corretto e la stessa ICNIRP li ha presi in considerazione (https://www.icnirp.org/cms/upload/publications/ICNIRPnote2018.pdf) per ribadire che al momento non ci sono elementi tali da giustificare una revisione dei limiti di esposizione.
Il risultato di questi lavori, che parlano di effetti sul ratto, trasferibili con una certa difficoltà all’uomo, evidenzia solamente che eventuali effetti non termici, anche gravi, come il cancro, si manifestano solo a livelli di campo a radiofrequenza tali da indurre riscaldamento oltre la soglia ammessa dallo stesso ICNIRP.
Purtroppo gli aspetti interessanti delle ricerche fanno fatica ad emergere quando si cerca di forzarne l’interpretazione per la –pur comprensibile– esigenza di ottenere risorse adeguate.
Spesso si fa riferimento al conflitto di interessi in relazione all’interesse degli “inquinatori” a vendere i loro prodotti.
Meno attenzione si pone all’interesse dei ricercatori a mantenere il flusso dei finanziamenti per la ricerca a prescindere dai risultati che, per definizione di ricerca, possono essere positivi o negativi.
Gli enti pubblici come Istituto Superiore di Sanità (Italiano) o OMS (ONU) hanno anche la funzione di garantire che i finanziamenti siano spesi correttamente a vantaggio di tutti, anche quelli che legittimamente possono provenire dall’industria che ne trae profitto.
La serietà e affidabilità degli enti pubblici sono garanzia di sicurezza per tutti.