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    AIFM e 5G, perché no?

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    E’ nato AIFM NOIR (Not Only Ionizing Radiation), lo spazio dedicato al 5G

     

    Assistiamo nel web, e non solo, ad un dibattito-scontro sempre più accanito su questo tema. Come sempre, strattonati da una parte e dall’altra dalle fazioni opposte dei favorevoli e dei contrari, e non siamo ancora arrivati allo scontro politico…allora, ci siamo detti, è il caso che come fisici medici ce ne occupiamo.

    Non abbiamo elementi per garantire che questa tecnologia non porti con sé pericoli che rischiamo di sottovalutare, ma quello che più ci preoccupa è la quantità di informazioni antiscientifiche che vengono fatte passare, qualche volta anche in buona fede, in nome del principio di precauzione.

    Non è il nostro core business, certamente, ma possiamo assistere passivamente a un dibattito sull’impatto delle radiazioni elettromagnetiche,  sulla salute, per quanto non ionizzanti senza esprimere un parere? Come fisici medici non abbiamo prestato esplicitamente un giuramento di Ippocrate come  i colleghi medici, ma  tutti noi, studiando la fisica applicata alla medicina, ci siamo promessi  di fare qualcosa a favore dell’umanità e dell’ecosistema lavorando in scienza e coscienza, fuori dai giochi di potere…allora perché non metterci in gioco anche in quest’occasione?

    Guardiamo un poco oltre: quando parliamo di 5G non ci dobbiamo chiedere SE, ma ENTRO QUANDO questa tecnologia si diffonderà su tutto il globo. Dobbiamo quindi, come sempre, affrontare il rapporto rischio-beneficio, cercando di fare pressione perché i rischi/benefici reali siano valutati e affrontati scientificamente e razionalmente, senza vincoli se non quello dell’onestà intellettuale

    Nello spazio dedicato nel sito alle NIR abbiamo pubblicato alcuni articoli introduttivi alla tematica del 5G, seguiranno  articoli nei quali si ragionerà sull’impatto che la rete avrà sulla salute.

    Speriamo che quest’iniziativa possa essere utile a tutte quelle  persone che sono  alla ricerca di un’informazione  chiara e scientificamente affidabile  e che stimoli inoltre la partecipazione coinvolga dei colleghi che già si occupano di campi elettromagnetici ma anche di  quelli che, coinvolti in altri settori della fisica medica  siano semplicemente incuriositi dal tema e desiderosi di acquisire nuove conoscenze sull’argomento.

     

    Lo spazio è attualmente  curato da

    Lorenzo Bianchi

    Stefania delle Canne

    Francesco Frigerio

    Luca Gentile

    Gianluigi Giorgetti

     

    Tutti sono invitatati a partecipare attivamente, proponendo contributi o anche solo domande e commenti a quello che è già pubblicato.

    Buona navigazione, aspettiamo i vostri feedback!

    Commenti

    24 COMMENTI

    1. Qui di seguito un commento di FRANCESCO FRIGERIO sul progetto europeo SEAwave
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      5G La ricerca continua, non ostante tutto

      Ci siamo dovuti occupare più volte, nel blog e nel forum, della questione 5G, più che altro per smentire allarmismi fantasiosi, qualche volta anche pericolosi (https://fisicamedica.it/i-temi-della-fisica-medica/radiazioni-non-ionizzanti/5g-le-domande-piu-frequenti/)
      Bisogna dire che dopo i primi annunci entusiastici, in Italia ma anche in altri paesi non è che le reti 5G siano diventate così indispensabili.
      Le cause sono diverse, la tecnologia è complessa, i costi sono elevati, sia perché gli stati hanno rilasciato le frequenze agli operatori a caro prezzo, sia per i costi energetici.
      Il risultato, almeno in Italia, è che i dispositivi 5G sono costosi e lo sono anche i piani tariffari senza offrire al momento vantaggi così evidenti agli utenti rispetto alle tecnologie precedenti. Nondimeno anche in Italia, l’implementazione va avanti e così le polemiche.
      Ecco quindi che il Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, Horizon Europe, finanzia anche, con più di 7 milioni di euro, un progetto per rispondere alle domande che questa tecnologia lascia effettivamente aperte.
      Con buona pace dei complottisti che cercano ovunque il conflitto di interesse, i partner sono enti e istituzioni europee con una competenza specifica, l’Italia è rappresentata dall’ENEA.
      L’aspetto più interessante è che il progetto SEAwave non cerca di reinventare la fisica dei campi elettromagnetici, che è nota da qualche anno, ma cerca di approfondire eventuali effetti legati alle peculiarità di questa tecnologia come la moltiplicazione delle antenne, la forte dipendenza temporale e le eventuali situazioni particolari di rischio, per esempio a carico degli addetti alla manutenzione, che si possono configurare.

    2. La complessità del sistema 5G richiede al SNPA uno sforzo per adeguare la capacità tecnica di valutazione e controllo dei campi elettromagnetici.
      Tutte le tecnologie di telefonie cellulari utilizzano sistemi di controllo per ottimizzare la qualità del segnale e l’utilizzo delle potenze (DTR, PC, ..).
      Per la tecnologia 5G un parametro importante è costituito dal power block.
      Tra i vari studi in corso nell’ambito del SNPA segnalo quello dell’Arpa Lazio di recente pubblicazione
      https://www.researchgate.net/publication/344690032_A_Methodology_to_Characterize_Power_Control_Systems_for_Limiting_Exposure_to_Electromagnetic_Fields_Generated_by_Massive_MIMO_Antennas

    3. Nonostante, ed è comprensibile, la maggior parte delle energie siano attualmente dedicate a uscire dall’emergenza legata alla pandemia, c’è chi sta seriamente affrontando le problematiche legate all’implementazione del 5G. Certamente non quelle legate alla salute: come abbiamo già avuto modo di sottolineare in questo blog, le minacce serie riguardano la sicurezza delle reti. Immaginiamo per un momento cosa potrebbe comportare la perdita temporanea del controllo di un’auto che si muoverà senza autista, o di un intervento chirurgico gestito da remoto?
      Avendo ben presenti questi aspetti, la CISA (Cybersecurity&Infrastructure Security Agency) statunitense, in collaborazione con la National Security Agency, e la Direzione della National Intelligence, ha prodotto un paper nel quale si individuano i tre principali vettori di minaccia:

      – Policy e Standard
      – Catene di rifornimento
      – Architetture dei sistemi 5G

      Il paper è un chiaro invito ad attenersi a regole ben precise nell’implementazione delle nuove reti, per non incorrere in disastri annunciati. Chi vuole approfondire può scaricare qui il documento: https://www.cisa.gov/sites/default/files/publications/potential-threat-vectors-5G-infrastructure_508_v2_0%20%281%29.pdf

    4. Campi elettromagnetici e antenne 5G, nuovo studio curato da ARPA Lazio e ARPA Piemonte
      (https://www.snpambiente.it/2020/09/24/campi-elettromagnetici-e-antenne-5g-nuovo-studio-curato-da-arpa-lazio-e-arpa-piemonte/)

      Dopo una prima indagine sperimentale congiunta (che aveva visto anche la partecipazione dell’Università di Cassino – se ne era riferito in questo articolo), le ARPA di Lazio e Piemonte presentano un nuovo studio dedicato ai campi elettromagnetici generati da impianti 5G.

      Il lavoro, sviluppato dalle due agenzie ambientali in collaborazione con l’Università di Napoli e con Vodafone Italia, propone una procedura operativa efficace e facilmente riproducibile per verificare il funzionamento dei sistemi di controllo di potenza (Power Lock) che saranno implementati sugli impianti 5G.

      Tale sistema agisce come una sorta di ‘limitatore’ della potenza trasmessa dall’impianto verso una specifica direzione che si attiva nel momento in cui il monitoraggio continuo della potenza erogata dall’antenna 5G superi una soglia prestabilita. L’utilizzo della funzionalità del Power Lock rappresenta quindi un formidabile strumento nell’ambito della protezione della popolazione dall’esposizione CEM da sistemi radio base di nuova generazione.

      Il lavoro si propone di fornire un protocollo standard di misure sperimentali per verificare su campo l’efficacia del Power Lock, utile agli enti preposti al controllo ai fini del rilascio in sicurezza delle autorizzazioni preventive all’esercizio dell’impianto.

      Lo studio, in inglese, può essere letto a partire da questo indirizzo: https://ieeexplore.ieee.org/document/9200351