Recentemente il tribunale di Ivrea (30 marzo 2017) ha condannato l’INAIL a corrispondere ad un dipendente una rendita vitalizia da malattia professionale, riconoscendo sostanzialmente il nesso causale fra l’utilizzo scorretto del telefono cellulare e l’insorgenza di un tumore cerebrale. Pochi giorni dopo il tribunale di Firenze ha emesso una sentenza analoga, stesso tipo di esposizione (telefono cellulare), insorgenza di un tumore al nervo acustico.
Le sentenze hanno riaperto il dibattito intorno alla problematica degli effetti biologici prodotti nell’uomo dall’utilizzo improprio del telefono cellulare e i rischi associati. Spesso dibattiti di questo genere, anziché aiutare chi è a digiuno di conoscenze sui temi implicati, aumentano il livello di confusione. Anche le miriadi di messaggi che passano attraverso i social network piuttosto che le chat di whatsapp non aiutano certo a farsi un’idea corretta, quantomeno, su ciò che la scienza ufficiale ritiene assodato, e su come gli organismi preposti forniscano indicazioni chiare e attendibili.
Ritenendo che informare in modo corretto sia una delle mission dei Fisici medici, abbiamo cercato di sintetizzare in un breve documento le evidenze scientifiche ad oggi, e il percorso seguito dagli addetti ai lavori per giungere a normative nazionali finalizzate a prevenire l’insorgenza di determinati effetti o, quantomeno, a limitarla. Chi è interessato al documento lo può leggere qui, con l’auspicio che possa essere uno spunto per un dibattito aperto, rigoroso e utile alla comunità.
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