Con la ricorrenza dei cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, si è voluto ricordare quel tragico inizio con un articolo pubblicato su “Fisica in Medicina” (Vedi nella sezione dedicata al periodico).
Nel cuore della medesima Grande Guerra, prendeva l’avvio un’invenzione destinata a modificare radicalmente la tecnica di produzione dei raggi X: il tubo di Coolidge, che avrebbe soppiantato, lentamente ma inesorabilmente, l’originario tubo di Crookes, sostanzialmente instabile ed intrinsecamente pericoloso per i pazienti e per gli operatori (V. nella sezione “Documenti”).
La medicina militare aveva ben presto scoperto l’interesse per la radiologia: la prima applicazione in assoluto su militari feriti è stata effettuata all’ospedale di Napoli dal tenente colonnello Giuseppe Alvaro a soli cinque mesi dall’annuncio della scoperta di Roentgen (V. nella sezione “Radiologia”, nel capitolo dedicato all’apparecchio radiologico militare della prima guerra mondiale del Museo della Guerra di Rovereto). Risale al 1898 l’estratto del volume “Le operazioni più frequenti nella Chirurgia di Guerra”, del tenente colonnello medico P. Imbrìaco, che ci è stato cortesemente fornito dal prof. Karl F.R. Neufang, medico rediologo e Professore Associato presso l’Università di Colonia (V. nella sezione “Documenti”).