Lava accuratamente le mani, indossa camice, guanti e mascherina, quindi rivolge il primo comando al ferrista: “Bisturi!”.

Sorseggia un caffè, osserva il monitor, pensa fra sé e sé “adesso, a noi due!” e quindi impartisce al simulatore il primo comando: “Accendi un fascio!”.

Stesso obiettivo: rimuovere/controllare un cancro.

Diversi professionisti: il primo, un medico; il secondo, un fisico medico.

Già… perché quando un Fisico Medico prepara un piano di radioterapia, di fatto, a parte l’aspetto cruento, è come se operasse. Di fronte a se: un target da colpire, organi attorno da preservare. Dalla sua: tecnologia da milioni di euro, particelle straordinarie e sopratutto la sua abilità nell’usarle. Perché, anche se il paziente durante il trattamento non avverte nulla, queste particelle possono essere più letali di un bisturi

 

Ma di quali particelle stiamo parlando?

Beh… al mondo, le più diffuse sono: protoni (“grosse”), elettroni (piccole), fotoni (senza massa).

Sono ovunque. Ma a noi servono “controllate”, ovvero: direzionate e dotate di particolari energie.

Approfondiamo un po’…

 

Cosa sono?

Protoni ed elettroni sono costituenti dell’atomo.

  • Sono dotati di massa. In particolare, un protone ha una massa “a riposo” pari a circa 1836 volte quella dell’elettrone.
  • Sono dotati di carica elettrica. In particolare, hanno la stessa carica, ma di segno opposto (quindi si attraggono).

I fotoni sono “pacchetti” (quanti) di energia (elettromagnetica).

  • Non hanno massa.
  • Non hanno carica elettrica.

 

Dove vengono prodotte?

Vengono prodotte per mezzo di acceleratori di particelle.

Protoni ed elettroni, direttamente.

I fotoni, invece, non possono essere accelerati, ma sono ottenuti da fasci di elettroni (opportunamente frenati) come “radiazione di frenamento”.

 

Perché vengono adoperate in radioterapia?

Sono in grado di penetrare la materia rilasciando la loro energia al suo interno.

Ma lo fanno in modo diverso…

Gli elettroni e i protoni (essendo dotati di carica elettrica) cedono energia al corpo del paziente durante il loro intero percorso, dall’ingresso sino al punto in cui “si fermano”; i protoni, in particolare, rilasciano la maggior parte dell’energia proprio in prossimità di quel punto, cioè a fine percorso.

I fotoni, invece, (essendo privi di carica) sono molto più penetranti: entrano nel corpo e avanzano indisturbati; poi, ad una certa profondità, interagiscono di colpo con la materia e cedono la loro energia liberando elettroni (e questi, come abbiamo visto, cominciano subito a rilasciare energia).

 

Selezionando opportunamente

  • il tipo di particelle,
  • l’energia (la profondità di penetrazione dipende da essa),
  • la direzione,
  • l’intensità (il numero di particelle emesse al secondo)
  • e il numero di fasci di radiazione impiegati

il Fisico Medico convoglierà l’energia stabilita dal medico nella zona da trattare (PTV: Planning Target Volume). Ed essa sarà letale per le cellule maligne come fosse un bisturi; un bisturi però in grado di operare all’interno del corpo del paziente senza la necessità di praticare alcun taglio.