Ieri ho letto sul corriere della sera un articolo sui danni dell’esplosione di Fukushima. Veniva riportato che “il fondo di radiazione media nel mondo è 2,4 mSv/anno, mentre in Italia la media è di 3,3mSv/anno”. Vuol dire che siamo in pericolo? Posso fare qualcosa? La cosa mi spaventa molto, anche perché vivo vicino ad una centrale nucleare dismessa. Vorrei un vostro parere autorevole
Risposta al quesito a cura del dott. Giuseppe Scalzo
Gentile Manureda,
nella crosta terrestre e quindi in tutti i tipi di terreni sono naturalmente presenti materiali radioattivi che emettono radiazioni dette naturali (per differenziarle da quelle artificiali prodotte dall’uomo) e per questo motivo l’uomo è sottoposto sia ad irraggiamento esterno e sia a incorporazione di queste sostanze tramite le piante, l’acqua etc.
La radioattività naturale varia da un luogo all’altro e dipende dalla composizione del terreno che presenta una diversa quantità di materiale radioattivo e mediamente la dose (quantità) di radiazioni assorbita dal nostro corpo è stimata intorno a 0,3 mSv per anno.
Questo valore presenta forti variazioni tra diversi luoghi ad es è più basso lungo le coste e molto più elevato in alcune zone come quelle di origine vulcanica o quelle che presentano una più alta concentrazione di Torio (un elemento radioattivo naturale).
Un’altra parte, la più consistente è però dovuta all’inalazione del radon un gas che è presente nell’aria e che si concentra nei luoghi chiusi ( es le cantine delle case in cui c’è una scarsa ventilazione in specie se le strutture murarie sono costituite da materiali tufacei) e la dose che ne deriva può raggiungere valori fino a 2 mSv/anno.
Anche la concentrazione del gas radon è variabile da zona a zona e In alcune zone come il Brasile tale concentrazione può raggiungere valori 5 volte superiori a quello sopra detto e cioè arrivare fino a 10 mSv/anno.
Il problema sanitario derivante dalla radioattività naturale, anche se non è trascurabile, va però visto nella sua giusta dimensione per evitare falsi allarmismi e alcune prese di posizione (in particolare la carta stampata ) non giustificabili anche dal punto di vista scientifico.
La realtà è che la stragrande maggioranza delle malattie mortali derivano dal comportamento umano e non hanno nulla a che vedere con le radiazioni. Pensiamo ai danni e conseguentemente le morti che derivano dal fumo, alcol e droga che sono assolutamente non comparabili a quelle poche che vengono per le radiazioni.
Infatti se si volesse fare una stima delle morti provocate dalle radiazioni i numeri che si possono estrapolare sono talmente bassi che possono essere considerati non significativi.
Possiamo senz’altro affermare che l’aumento dei tumori che si verifica è da addebitare nella stragrande maggioranza dei casi allo stile di vita poco corretto di cui il fumo in primis ma anche il consumo di alcool, grassi spesso trattati, eccessivo uso dello zucchero, vita sedentaria e inquinamento chimico, costituiscono i responsabili. Basterebbe eliminare il vizio del fumo e il tumore del polmone, quasi sicuramente, diventerebbe una malattia rara.
Pertanto l’aumento di radioattività che è derivato dagli incidenti nucleari (Fukushima e in passato dagli altri incidenti e dagli esperimenti con le bombe nucleari) ha significato scientifico ma quello sanitario è da considerare trascurabile.