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Salve, a mio figlio per sospetta frattura è stata eseguita rx piede senza protezione per la tiroide. È corretto?
A me invece, da adulto, venne eseguita una radiografia delle anche senza protezione dei genitori. Può questo aver comportato danni trasmissibili ai futuri figli?
Le radiografie agli arti espongono ad una minore dose di msv perché si utilizza una quantità minore di radiazioni? O dipende dalla parte del corpo sottoposta all'esame?
Pubblicato : 21 Aprile 2023 14:13
Salve,
in merito all’indagine eseguita su suo figlio (“rx piede”) e alle modalità di esecuzione della stessa (“senza protezione per la tiroide”) ci sentiamo senza dubbio nella condizione di tranquillizzarla.
Infatti, possiamo affermare che, per queste tipologie di indagine, la dose al paziente risulta molto contenuta sia sull’organo sottoposto ad esame (nel caso di suo figlio il piede) e, ancor più, sugli organi interessati dalla radiazione diffusa (nel caso di suo figlio la tiroide).
Per quanto concerne l’utilizzo delle protezioni da lei citate le precisiamo che, secondo il ”Documento di consenso intersocietario sull’uso dei dispositivi di protezione individuale anti-x per i pazienti sottoposti a esami radiologici”, l’utilizzo delle protezioni è da ritenersi NON OPPORTUNO e “deve essere interrotto come pratica di routine in quanto può comprometterne i benefici” (https://fisicamedica.it/wp-content/uploads/Documenti/AIFM/Documenti%2520Intersocietari/Protezione-pazienti.pdf&source=gmail&ust=1683273104654000&usg=AOvVaw2lbjEi_vSRSFDv2HZw3FB 3"> https://fisicamedica.it/wp-content/uploads/Documenti/AIFM/Documenti%20Intersocietari/Protezione-pazienti.pdf ).
Infatti, le attuali evidenze scientifiche relative ai rischi derivanti dall’esposizione ai raggi X mostrano che:
- il beneficio dovuto alla presenza della protezione sarebbe comunque minimo o nullo;
- l'uso di questi schermi potrebbe nascondere le informazioni anatomiche e/o interferire con il controllo automatico dell'esposizione di cui sono dotati i moderni sistemi di imaging radiologico compromettendo l’efficacia diagnostica e/o comportando un aumento ingiustificato della dose al paziente.
Tali considerazioni sono valide sia per pazienti in età pediatrica che per pazienti adulti.
Per quanto riguarda il suo secondo quesito in merito al confronto con una radiografia condotta su un adulto, possiamo di certo affermare che, allo stato delle attuali conoscenze, nell'ambito delle dosi tipiche della radiodiagnostica, non esistono evidenze dirette che l’esposizione dei genitori possa condurre ad un eccesso di malattie ereditarie nella progenie.
Per rispondere infine al suo ultimo quesito, possiamo dire genericamente che le radiografie agli arti espongono ad una “minore dose” sia perché i parametri di erogazione tipicamente utilizzati per tali indagini diagnostiche sono più bassi rispetto a quelli utilizzati per altri distretti corporei sia perché gli arti sono organi meno “radiosensibili”, cioè meno sensibili alle radiazioni, rispetto ad altri.
La ringraziamo per aver espresso i suoi dubbi sul nostro forum e la salutiamo cordialmente.
Pubblicato : 4 Maggio 2023 15:04