Salve, avrei bisogno di un'informazione. Sono molto preoccupata (probabilmente paranoica!). Sono incinta (33 settimana di gravidanza) e questa mattina mi sono dovuta recare in ospedale ed anche nella farmacia dello stesso. Lì ovviamente c'era gente che aveva appena sostenuto esami diversi (anche di medicina nucleare - in particolare scintigrafia, anche se non so nello specifico di che tipo). Leggo spesso che è prudente non avere contatti stretti e ravvicinati con bambini e donne incinte dopo aver sostenuto questi esami ma nello specifico non ho capito cosa si intenda per contatti "stretti e ravvicinati": ad esempio, aver toccato le stesse maniglie delle porte o i tasti dell'ascensore o ancora aver usato la medesima penna per firmare un documento. Leggevo che anche gli oggetti potrebbero risultare radioattivi (contaminati) se ci sono liquidi corporei (e quindi con la saliva sarebbe abbastanza semplice?)...ma quindi come fare quando si è in posti in cui ci sono persone che si sono sottoposte a questi esami? Nello specifico, a me una signora che aveva svolto poco prima questo esame ha passato la busta della farmacia con i farmaci all'interno. Ora, se per assurdo avesse messo le mani alla bocca, e poi mi avesse dato la busta anche questa risulterebbe "radioattiva" ed ancora...anche questa busta potrebbe fare da veicolo per "contaminare" altri oggetti? Mi rendo conto che il mio ragionamento può avere dell'assurdo ma sono nel panico da questa mattina. Vi ringrazioÂ
Gentile signora,
possiamo sicuramente tranquillizzarla e confermare che, nello scenario che ci ha descritto, il contatto che può aver avuto con una o più persone sottoposte di recente ad esame diagnostico di medicina nucleare non è fonte di preoccupazione né per il suo bambino né per lei.
Quando una persona viene dimessa dal reparto dopo un esame diagnostico di medicina nucleare, ha ancora in corpo una parte della radioattività che le è stata somministrata: si tratta di una quantità ridotta che si riduce a livello trascurabile nell'arco di qualche ora, al più una giornata. Poiché le radiazioni emesse escono dal suo corpo e possono raggiungere le persone circostanti, il paziente riceve istruzioni di non sostare, fino al giorno successivo, per tempo prolungato in prossimità di donne in gravidanza e bambini piccoli, intendendo distanze inferiori ad un metro per tempi prolungati, dell'ordine delle decine di minuti e oltre.
Pertanto, un contatto sporadico come quello che ci ha descritto, durato pochi minuti anche se a breve distanza, non deve destare preoccupazione. La dose di radiazioni che lei può aver ricevuto in tale contesto è trascurabile; per fare un esempio preso dalla realtà quotidiana, non sarebbe superiore a quella che potrebbe assorbire durante un volo aereo.
In riferimento alla problematica della contaminazione, possiamo confermare che in generale al momento della dimissione non c'è radioattività sulla cute del paziente, ma solo all'interno del suo corpo, nel qual caso non c'è alcun trasferimento di radioattività dalla persona che si è sottoposta all' esame agli oggetti con cui entra in contatto. E' altresì vero che parte della radioattività iniettata viene eliminata attraverso le urine, la saliva, e/o il sudore, e che quindi - se le mani del paziente entrano in contatto con questi liquidi - possono contaminarsi e trasferire tale contaminazione. Ma anche in questo caso, nello scenario da lei descritto, considerando che il paziente era stato da poco dimesso e verosimilmente potrebbe aver fatto al più una sosta ai servizi igienici, l’eventuale contaminazione e la dose da radiazioni che ne potrebbe derivare sarebbero del tutto trascurabili. Viceversa, si richiede qualche attenzione in più in ambito domestico, se il paziente condivide con altre persone gli spazi della cura della persona e le stoviglie, ma questo accade principalmente nel caso in cui il paziente si sia sottoposto a terapia con radiofarmaci, che coinvolge una quantità di radioattività molto superiore a quella dell’esame diagnostico.
Sperando di aver risposto in modo esauriente alle sue domande, le porgiamo i migliori auguri per il proseguimento della gravidanza e restiamo a disposizione nel caso di ulteriori dubbi.
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Dott.ssa Francesca Botta