Avevo già inviato questa richiesta di consulto, ma sembra sia stata rimossa. Purtroppo adesso fatico a scrivere in quanto ho il braccio destro ingessato.
Sono preoccupato da un paio di mesi per una pietra che trovai nel 2017 vicino al letto nella camera dove adesso per vari motivi sto dormendo. Lì per lì non mi preoccupai molto. Scattai un paio di foto che ho ritrovato recentemente e poi m sbarazzai del sasso. Successivamente, mi ricordai che proveniva da una scatola di minerali che avevo da piccolo, in cui in effetti dando retta alle etichette figurava anche l'uranio. Riguardando le foto, sembra proprio pechblenda (uraninite). Ho messo le foto su un forum di mineralogia ma nessun esperto è riuscito a identificare il minerale, anche se non è stata esclusa la natura uranifera, anzi reputata verosimile. Vi ho dormito per molti anni accanto e la pietra era ormai sfusa. Quello che mi spaventa non è tanto l'esposizione pregressa, su cui ormai non si può fare nulla, ma l'idea che ci possano essere ancora - a 7 anni di distanza - dei residui tossici e/o radioattivi: polveri (la pietra si sbriciolava), figli del radon (verosimilmente lo emetteva e i prodotti di decadimento del radon a quanto ne so non sono volatili). Ci sono infatti dei punti in cui non riesco a pulire: ad esempio dietro la monumentale libreria, in cui intravedo però molta polvere, oppure dietro l'armadio, o fra le singole pagine dei molti libri. Mi è stato spiegato che non servirebbe passare un geiger ora, ma occorrerebbero strumenti professionali in grado di rilevare i radionuclidi naturali. Purtroppo vivo lì coi miei genitori: sono anziani e non accetterebbero che qualcuno venisse con attrezzature. Mio padre ha cominciato a urlare come un pazzo quando ho paventato l'ipotesi. Allego una foto della pietra.
Buona sera,
Avevo anche visto un successivo post dove il problema sembrava risolto.
In ogni caso possiamo tranquillizzarla, anche se non siamo esperti di minerali
Un singolo campione non può produrre una dose significativamente superiore al livello di radiazioni dovuto al fondo naturale causato dalle tracce di uranio presenti anche in altri minerali e ai raggi cosmici.
Bisogna poi notare che è vero che i figli del radon sono meno volatili ma, per la natura di gas inerte del radon, i suoi prodotti di decadimento si accumulano solo se il campione è sigillato.
Poteva non essere consigliabile tenere per lungo tempo a contatto del corpo il campione originale ma preoccuparsi per i residui non ha senso.
Ma quindi non mi devo preoccupare neanche dei figli del radon, essendo stata tolta la pietra?
Bisogna anche tener presente il fatto che per lunghi periodi la stanza non veniva areata, in quanto io dal 2008 al 2018 soggiornavo lì per solo due-tre mesi l'anno circa. Se potevate dirmi qualcosa, grazie.
Mia madre dice che nelle giornate di sole areava la stanza.
Confermo: intanto una stanza chiusa, rispetto al radon, è tutt'altro che sigillata; inoltre i figli del radon a vita breve, che si considerano normalmente nel calcolo della dose di radiazioni, si dimezzano ogni mezz'ora circa.
Dopo che la sorgente è stata rimossa, trascorse alcune ore, tutto il radon che non è sfuggito dagli spifferi della stanza, si è trasformato in un radioisotopo che è 2300 volte meno radioattivo del radon stesso.
Dubito che esista una tecnica analitica, nucleare o chimica, in grado di quantificare tale residuo adesso.
La dimostrazione di quanto sopra è però al di là del compito di questo servizio.
Ringrazio tantissimo per le risposte. Nella mia ignoranza abissale, chiedo - come ultima cosa - se posso stare tranquillo anche per quanto riguarda l'eventuale tossicità non inerente alle radiazioni di polveri varie legate alla pietra, anche prodotte dal decadimento. Vi ringrazio ancora.
Non mi risulta che l'umanità sia mai stata messa in pericolo dalle scatole didattiche dei minerali, come non lo è stata (anche se qualche dubbio in più potrebbe essere lecito) dal Piccolo Chimico, che pure conteneva sostanze che oggi forse non metterebbero più in un giocattolo.
Detto questo, non siamo chimici o tossicologi e pertanto non possiamo esprimerci sulla tossicità non legata alle radiazioni.