Gent.mo,

Sicuramente è teoricamente possibile che una frazione del trizio possa essere rimasta sulla pelle e successivamente trasferita, in una frazione della frazione, nel tratto digestivo.

Non è nota la quantità di trizio inizialmente presente e non è comunque semplice determinare la frazione eventualmente trasferita.

Il punto è che si usava il trizio proprio perchè l'energia delle sue particelle beta è una delle più basse e l'attività del trizio (quantità di trizio presente sulle lancette) si dimezza ogni 12 anni.

Lei stesso si è accorto della possibile presenza di trizio dal simbolo, evidentemente non dalla luminescenza.

Riteniamo quindi che non sia il caso di preoccuparsi: l'eventuale dose impegnata è del tutto trascurabile, comunque non distinguibile dalla naturale esposizione a radiazioni ionizzanti.

Ribadiamo ancora una volta che il principio cosiddetto ALARA, ovvero mantenere l'esposizione alla radioattività tanto bassa quanto ragionevolmente ottenibile, significa che a livello di prevenzione è sempre meglio evitare l'esposizione finchè esistono alternative ma il singolo "incidente" non deve necessariamente spaventarci.

Rendere luminescenti i quadranti degli orologi con sostanze radioattive è pratica abbandonata perchè si sono verificati danni agli addetti alla produzione  e perchè la quantità di radioattività che sarebbe potenzialmente disperdibile nell'ambiente se fosse pratica comune porrebbe un rischio non compensato dal beneficio, essendo disponibili altri sistemi.

Il singolo orologio non deve spaventare.

La ringraziamo comunque per averci dato modo di chiarire la questione.