Quando il paziente che si deve sottoporre a trattamento radioterapico con fasci esterni è portatore di un dispositivo elettronico impiantato cardiaco (CIED), se l’energia del fascio è superiore a 6 MV il funzionamento del dispositivo può essere compromesso, con conseguenze rilevanti per il paziente. Casi come questo vanno affrontati in modo strutturato da un team multidisciplinare costituito da cardiologo, radioterapista e fisico medico.
Recentemente Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC), Associazione Italiana Radioterapia Oncologica (AIRO) e Associazione Italiana Fisica Medica (AIFM) hanno presentato un Consensus Document nel quale viene indicato un approccio globale, basato sulla stratificazione del rischio ed una gestione appropriata dei pazienti radioterapici portatori di CIED, con importanti implicazioni per la pratica clinica.
Chi è interessato al lavoro, nato dalla revisione di dati della letteratura in vitro e in vivo e delle linee guida nazionali pubblicate ad oggi su questo tema, può cliccare qui