La valutazione dei rischi e benefici è essenziale in medicina. In radiologia, ciò si riflette nell’applicazione dei principi di giustificazione e ottimizzazione. Ne consegue che la corretta pratica radiologica deve necessariamente considerare simultanemante la valutazione quantitativa del rischio e del beneficio associato. Nella diagnostica per immagini, sono diversi gli approcci che sono stati sviluppati per stimare il rischio indotto nel paziente dall’impiego di radiazioni ionizzanti. Al contrario, attualmente non esistono metodi per quantificare il beneficio di un’indagine radiologica. Ne consegue l’impossibilità di effettuare una oggettiva e quantitativa giustificazione e ottimizzazione delle pratiche radiologiche.
L’ostacolo maggiore alla descrizione quantitativa di rischi e benefici in radiologia è rappresentato dall’impossibilità di caratterizzare entrambi con unità che siano comparabili. Un approccio possibile per superare questo problema prevede che il beneficio possa anch’esso esprimersi in termini di rischio considerando il mancato beneficio per il paziente connesso con una errata diagnosi. Tale nuova quantità può definirsi come il rischio clinico associato all’indagine radiologica.
Nello studio (link) pubblicato su Nature Communications Medicine, per la prima volta è stato sviluppato un modello matematico per definire il rischio totale di una procedura radiologica considerando tanto il rischio da radiazione quanto il rischio clinico. Tale rischio totale è stato caratterizzato come funzione del rischio da radiazione, della prevalenza della patologia in esame, del rapporto tra falsi positivi e veri positivi, dalla perdita di aspettativa di vita connessa con una diagnosi non ncorretta e delle prestazioni interpretative dei radiologi in termini di area sotto la curva ROC (AUC).Tale modello è stato applicato ad una popolazione di un milione di gemelli virtuali simulando uno scenario clinico relativo all’investigazione del tumore epatico. I gemelli virtuali sono stati generati in modo da essere rappresentativi della popolazione degli Stati Uniti di America in termini di sesso, età, etnia e dimensioni anatomiche.
Lo studio ha consentito di evidenziare come, in tutte le categorie demografiche considerate, il rischio clinico supera di almeno quattro volte il rischio da radiazione e che nel 90% dei casi, l’ottimizzazione basata sull’applicazione del modello matematico introdotto, avrebbe consentito una diminuzione del rischio totale solo con l’aumento della dose di radiazioni erogata.
La caratterizzazione del rapporto di rischio/beneficio di una procedura radiologica può essere effettuata in termini di rapporto rischio/rischio calcolando tanto il rischio da radiazione quanto il rischio clinico associato utilizzando unità di misura confrontabili. Tale descruzione consente un approccio quantitativo e oggettivo alla giustificazione e all’ottimizzazione degli esami di diagnostica per immagini. I risultati hanno posto in evidenza come, nella pratica moderna della radiologia, è possibile considerare casi nei quali un aumento della dose di radiazione impiegata possa portare ad un beneficio per il paziente e che, in alcuni casi, una riduzione estrema ed ingiustificata della dose di radiazione possa compromettere una diagnosi efficace.
Francesco Ria
Carl E. Ravin Advanced Imaging Labs, Center for Virtual Imaging Trials
Department of Radiology, Duke University Health System,Durham, NC, USA