L’interesse intorno a temi come Intelligenza Artificiale, Industria 4.0, IoT (Internet of Things) è cresciuto negli ultimi anni, e quotidianamente siamo bombardati da notizie a riguardo. Tutto ciò richiede un’infrastruttura in grado di trasmettere montagne di dati rapidamente e in sicurezza: la nuova rete 5G è in grado di fornire il supporto necessario.
Ancora prima della sua realizzazione, 5G ha avuto grande eco, e il dibattito si è acceso a tanti livelli, da quello squisitamente tecnico a quello geopolitico. Esprimere un giudizio comporta inevitabilmente di scegliere il punto di vista dal quale porsi per esprimerlo. Pronunciarsi sul rapporto rischio/beneficio significa prendere in considerazione tutte le ripercussioni che il 5G avrà sulla vita di ciascuno e sulle comunità, a tutti i livelli; capire come potrà migliorare la qualità della vita e come potrà peggiorarla (impatto sulla salute e sull’ambiente? Dati sensibili a rischio?…).
Possiamo cominciare a dare un’occhiata alle promesse nei vari ambiti delle attività umane.
Salute e Sicurezza.
Già in parecchie strutture ospedaliere abbiamo potuto apprezzare i vantaggi del monitoraggio remoto dei pazienti ricoverati; la nuova rete collegherà a vari livelli reparti, aziende ospedaliere, strutture decentrate, ed esperienze come la chirurgia a distanza non saranno più immagini seducenti di spot pubblicitari, ma quotidianità. I servizi sanitari potranno monitorare i pazienti a distanza e fornire prestazioni adeguate.
La rete di pronto soccorso potrà essere gestita in modo molto più efficiente, e così sarà per il coordinamento degli altri attori coinvolti: forze dell’ordine, vigili del fuoco ecc. Grazie alle infrastrutture, realizzate a vari livelli, non sussisterà più il problema dell’isolamento delle zone colpite da eventi naturali quali i terremoti.
Le automobili saranno connesse in modo tale che ci sarà comunicazione fra veicolo e veicolo, e il trasporto intelligente sarà garantito non solo dal buon senso delle persone ma da un hub che ottimizzerà i flussi.
Efficienza energetica.
Sarà garantita negli edifici grazie ai vari dispositivi di monitoraggio che ottimizzeranno la fornitura dell’energia. Anche i fornitori potranno controllare tutte le fasi del servizio erogato, dalla mappatura delle esigenze aggiornata in tempo reale, alla potenza erogata, alla gestione dei guasti. Naturalmente anche i fruitori dei servizi saranno in grado di ottimizzare i consumi monitorando elettrodomestici, illuminazione ecc.
Produzione industriale, agricola e allevamento.
La quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0) porterà alla produzione totalmente integrata e interconnessa; l’impatto sarà profondo su tutte le quattro direttrici: utilizzo dei dati (big data, IoT, Cloud Computing,…), analytics (utilizzo della mole di dati raccolti, oggi limitato all’1%, per il miglioramento della produzione), interazione fra uomo e macchina (interfacce touch, realtà aumentata,…) e passaggio dal digitale al reale (manifattura additiva, stampa 3D, robotica,…).
Anche nel campo dell’agricoltura le connessioni fra i sensori che monitorano i parametri ambientali (umidità, temperatura, vento, qualità del suolo,…) e gli attuatori che intervengono per correggere consentiranno l’automazione della maggior parte degli interventi sulle colture. Per quello che riguarda la zootecnica, gli allevatori potranno trarre vantaggio nel monitorare le stalle (parametri ambientali, livelli di cibo e acqua,…) e gli spostamenti del bestiame.
L’elenco dei benefici sopra descritti è ampio ma non esaustivo; già oggi ne sono previsti altri, non descritti per brevità ma, soprattutto, dobbiamo tenere conto di tutte quelle funzionalità, ad oggi non prevedibili, che un sistema di interconnessione così potente renderà possibili, delle quali ci si renderà conto strada facendo.
Certamente i tempi non saranno brevi, ragionevolmente possiamo parlare di 5 anni, a partire dal 2019, per implementare la rete. Tenendo conto anche di possibili competitor: la tecnologia WiFi 802.11ax, che lavora su frequenze sovrapponibili a quelle del 5G, sarà certamente il principale. Non dobbiamo però dimenticarne un altro: la resistenza alla diffusione delle installazioni sul territorio, che già oggi ha assunto toni di rilievo, legata principalmente all’impatto ambientale e a quello sulla salute; è auspicabile che il dibattito su questi aspetti avvenga sul piano squisitamente tecnico, evidenze scientifiche alla mano, e non su quello politico-partitico, interessi di parte alla mano.
(rielaborato da un contributo di Lorenzo Bianchi pubblicato su physics4medicine.com)