In merito all’ipotesi che la radioterapia possa danneggiare le valvole cardiache, nell’articolo del 19 Settembre sullo sportello cancro del Corriere della Sera, la dr.ssa Daniela Cardinale, direttore Unità di Cardioncologia all’Istituto europeo di oncologia, risponde che è effettivamente possibile che la radioterapia per alcuni tipi di tumore situati in prossimità del cuore (mammella sinistra, linfoma, ecc) possa danneggiare le strutture cardiache e che gli effetti si possano vedere anche a distanza di anni. Nell’articolo vengono elencate raccomandazioni cliniche di carattere generale per questi pazienti in accordo con le nuove evidenze scientifiche.

Dal punto di vista del Fisico Medico è importante sottolineare che negli ultimi 20 anni la dose di radiazioni si è ridotta sensibilmente grazie alle nuove tecniche radioterapiche (radioterapia ad intensità modulata, dispositivi del controllo del respiro, ecc) in grado di minimizzare la dose da radiazioni al cuore e di conseguenza il rischio di avere un danno cardiaco radioindotto.

Il Fisico Medico è il professionista in grado di stimare accuratamente la dose da radiazione assorbita dalle varie strutture cardiache e fornire tali dati al medico radioterapista che può fare valutazioni di probabilità di tossicità cardiaca al fine di ottenere il massimo beneficio in termini di probabilità di controllo del tumore e di sopravvivenza globale e qualità della vita. Tali valutazioni vengono fatte considerando la situazione clinica individuale.

Inoltre particolare attenzione viene posta al trattamento radioterapico di pazienti portatori di device cardiologi (pacemaker e defibrillatori) per evitarne malfunzionamenti dovuti alle radiazioni. Il lavoro sinergico di fisici medici, medici radioterapisti e medici cardiologi consente il trattamento in sicurezza anche questi pazienti.

Mara Severgnini – azienda Ospedaliera Università di Trieste – Dipartimento di Fisica Medica