La tomografia computerizzata a raggi X, comunemente chiamata “TAC”, è la tecnica radiologica che impartisce la maggior dose da radiazione alla popolazione nei paesi al livello di sviluppo economico del nostro. Studi recenti infatti dimostrano che nell’Unione Europea più della metà della dose alla popolazione da esami di radiodiagnostica è dovuto agli esami TAC, che coniugano dose da radiazioni non trascurabile ad una frequenza di esami elevata. Come è noto, la quantità di radiazioni assorbite dal nostro corpo è correlata in modo complesso con la probabilità di sviluppare successivamente molti tipi di tumori. Per questo l’attenzione alla elevata diffusione di questi esami è cresciuta nel tempo, sia da parte dei ricercatori, sia da parte degli operatori sanitari, sia da parte delle stesse ditte produttrici delle apparecchiature.
L’evoluzione tecnologica di queste apparecchiature è quindi continua, sia nell’hardware sia nel software.
Vediamo un paio di queste innovazioni tecnologiche, che hanno ricadute importanti sulla dose ai pazienti.
Gli algoritmi di ricostruzione delle immagini in TC sono una parte importante del loro funzionamento software. Infatti il problema base che risolvono è come, da informazioni sulle immagini di proiezioni del paziente, ricostruire le immagini di sezioni del paziente, con tutti gli organi e le strutture interne. Oggi, con la potenza computazionale raggiunta, è possibile utilizzare algoritmi iterativi, che una volta erano troppo lenti per essere pratici. Gli algoritmi iterativi, se ben progettati, riescono ad ottenere una qualità dell’immagine più elevata degli algoritmi “abbreviati” precedenti. E’ quindi possibile ottenere più informazioni dalla stessa quantità di raggi X, oppure ottenere le stesse informazioni, sufficienti alla diagnosi, con una minore quantità di raggi X.
Un altro aspetto interessante riguarda la tecnica “Dual Energy”. Questa tecnica riesce a produrre più immagini da un medesimo irraggiamento, ricostruite come se fossero state prodotte irraggiando il paziente con raggi X di energie diverse. Questo premette quindi di distinguere, confrontandoli su immagini a diversa energia, tessuti e materiali che ad alcune energie appaiono uguali (come il mezzo di contrasto iodato e il calcio delle ossa). Oppure permette di “cancellare” certi materiali dalle immagini, identificandoli tramite il loro assorbimento specifico alle varie energie dei raggi X. Viso che molti esami in TAC vengono effettuati con mezzo di contrasto endovena in più fasi (basale, arteriosa, venosa, …), è interessante, per esempio, generare una immagine “virtualmente senza mezzo di contrasto”, cioè basale, senza doverla acquisire realmente. Si risparmia così al paziente la dose da radiazioni di una intera acquisizione.