Diversamente da quanto accade nella vita quotidiana, in ambito Fisica Medica ciò a cui è necessario prestare estrema attenzione né si vede né in altro modo si percepisce. E il problema è proprio questo… Conosciamo il mondo attraverso i nostri cinque sensi. E se loro non si allarmano, il “non Fisico Medico” concluderà: se non si sente, allora (il pericolo) non c’è.

A parte le radiazioni ionizzanti di cui qui non mi occuperò, un altro pericolo insidioso (perché invisibile agli occhi e agli altri sensi) è il campo magnetico presente in una sala di risonanza magnetica. Se solo potessimo vederlo, allora il nostro comportamento sarebbe certamente più attento. E allora vediamolo… in tutta la sua straordinaria intensità!

La figura qui sopra mostra il modulo del campo magnetico all’interno di una sala RM. Il “grattacielo” centrale indica la zona di intensità massima (per intenderci, all’incirca 23000 volte il campo magnetico terrestre nel caso dei tomografi più comuni) situata all’interno della macchina, proprio dove viene effettuato l’esame (e quindi dove si trova il paziente). Tutt’intorno alla zona centrale, invece, operano tecnici, medici, personale di pulizia… e fisici naturalmente (ma noi siamo in grado di vedere l’invisibile…).

Come potete osservare, in prossimità dell’apertura del tomografo il campo magnetico è tutt’altro che trascurabile. Esso però (fortunatamente!) decresce molto rapidamente allontanandosi dalla macchina.

Quali pericoli?

Ancora una volta, conoscere (questa volta non attraverso i sensi, ma attraverso la scienza) determina comportamenti idonei.

È noto a tutti (forse) che in una sala RM non è possibile introdurre oggetti metallici (ferromagnetici). La ragione è semplice. Il magnete della macchina è come una comune calamita, solo che il suo campo è enormemente più intenso! Così se accidentalmente un oggetto ferromagnetico venisse introdotto in sala, su di esso comparirebbe una forza talmente intensa da “trasformarlo” in un proiettile (e questo si chiama, infatti, effetto proiettile).

Ora… il corpo umano non è un metallo (quindi in sala RM non correrà certo il rischio di venire attratto dal magnete…), ma possiede cariche libere di muoversi. E cariche in moto in un campo magnetico risentono di una forza (nota come forza di Lorentz). Le cariche in moto non sono altro che correnti…

Quindi: muoversi in una zona dove è presente un campo magnetico intenso e fortemente variabile da punto a punto, come accade in prossimità di un tomografo a RM,  genera correnti la cui intensità cresce con il valore del campo e della velocità (dell’operatore). Tali correnti devono – per legge – stare al di sotto di opportune soglie. Nel caso di sforamento potrebbero infatti insorgere disturbi (vertigini, disturbi alla vista ed altro), e questi stavolta sarebbero percepiti…

Per evitare che tale sforamento possa verificarsi è sempre buona norma applicare in prossimità di magneti ad alto campo, e soprattutto nelle immediate vicinanze (< 1 metro ), il vecchio proverbio “chi va piano, va sano e va lontano…”.

Dr. Davide Gurrera

2 COMMENTI

  1. Grazie per questo articolo, è possibile sapere se dunque la potenza di questo magnete può essere pericolosa, anche ipoteticamente sul lungo periodo, per l’organismo umano? In particolare per chi, per diverse esigenze, ripete più volte risonanze nello stesso distretto?

    • La potenza del magnete non costituisce pericolo, seguendo le indicazioni fornite dagli operatori, per il paziente sottoposto all’indagine RM. Nemmeno nel tempo, dato che non c’è un “effetto accumulo” come può accadere, diversamente, nel caso delle radiazioni ionizzanti (es. indagini TC all’encefalo ripetute nel tempo)