A cura di Giuseppe Scalzo e Giancarlo Gialanella.
Quando si sente parlare di radioattività si associa sempre un senso di paura in quanto:
• è una minaccia che i nostri sensi non percepiscono e quindi evoca l’ignoto;
• è associata alle spaventose conseguenze delle bombe atomiche lanciate a Hiroshima e Nagasaki alla fine della II Guerra mondiale;
• ci ricorda quanto avvenne a Cernobyl nel 1986 o a Fukushima più recentemente;
• la radioattività ci appare come una novità innaturale, come un mostruoso prodotto della scienza;
e così via.
Eppure la radioattività è un fenomeno del tutto naturale, presente sulla Terra fin dalla sua origine e non ha certamente impedito sia il sorgere della vita che lo sviluppo degli esseri viventi ma anzi ha giocato un ruolo essenziale nella evoluzione biologica.
Solo per il fatto di abitare sulla terra infatti siamo immersi in un mare di radioattività che è dovuta:
• in massima parte di origine naturale, dovuta ai raggi cosmici e agli elementi radioattivi contenuti in quasi tutti i minerali, nel terreno, nelle acque, nel nostro cibo e anche nel nostro corpo;
• in piccola parte alle attività dell’uomo (radiografie, medicina nucleare, radioterapia).
Pertanto non sembra giustificato un eccessivo allarmismo quando si sente parlare delle radiazioni.
Ricordiamo come i più importanti progressi della medicina moderna sono dovuti alla introduzione di tecniche di indagine che usano le radiazioni ionizzanti: la TAC, la PET, la Medicina Nucleare hanno apportato formidabili benefici nella diagnosi delle malattie e infine le radiazioni vengono utilizzate dai Medici Radioterapisti e dal Fisici Medici per la cura dei tumori alcune volte da sole e altre insieme con la chirurgia, chemioterapia e di recente con le cure biologiche. (Vedi anche Cosa è la radioattività).