Buongiorno, ho letto della diffusione delle reti 5G a partire dal 2020. Non sono un'esperta della materia, da una parte sono affascinata dalle possibilità che questa tecnologia offrirà (auto connesse, digitalizzazione delle infrastrutture autostradali, smart home,...), dall'altra sono molto preoccupata perché penso che il potenziamento del segnale, la possibilità di connessione simultanea di centinaia di migliaia di connettori wireless e tutto il resto possano arrecare danni alla salute delle persone. Temo che le radiazioni emesse, per intensità e continuità di esposizione, possano essere davvero pericolose.
I miei timori sono giustificati? Ci sono categorie maggiormente a rischio, come i bambini?
Vi ringrazio per l'attenzione e vi saluto cordialmente.
Buongiorno
occupandomi da qualche anno di misure di campi elettromagnetici, provo a chiarire ulteriormente la questione.
Le radiazioni elettromagnetiche sono un fenomeno del tutto naturale che l'uomo ha imparato a utilizzare, anche molto prima di comprenderne la natura.
La luce stessa è infatti radiazione elettromagnetica con lunghezza d'onda compresa fra 380 e 780 nanometri ovvero miliardesimi di metro (nm).
Se la lunghezza d'onda è inferiore a 380 nm abbiamo le radiazioni ultraviolette, che sono certamente cancerogene per la pelle, a lunghezza d'onda ancora inferiore abbiamo i raggi X e gamma la cui accertata pericolosità è forse più nota.
Le trasmissioni radio e TV sono costituite da radiazioni a lunghezza d'onda prossima al metro mentre i sistemi digitali di trasmissione dati emettono nell'intervallo da 5 a 12 cm.
Una discussione degli effetti delle radiazioni in questo intervallo è già riportata qui.
Come suggerito nel post sopra indicato, è letteralmente dal tempo di Guglielmo Marconi che le applicazioni tecnologiche nelle radiofrequenze e microonde evolvono verso sistemi con emissioni sempre più basse ma sempre più diffusi.
La lunghezza d'onda, che abbiamo considerato sopra per paragonare radiazioni molto diverse, è inversamente proporzionale alla frequenza, che è il parametro che più comunemente si usa per descrivere le emissioni di cui stiamo parlando.
Un aspetto interessante è che mentre le prime trasmissioni radio funzionavano a frequenze misurabili in migliaia di oscillazioni al secondo (kHz), i nuovi sistemi di trasmissione dati usano frequenze sempre più alte, tipicamente miliardi di oscillazioni al secondo (GHz).
Stiamo perciò assistendo ad uno spostamento verso la radiazione infrarossa che ha certamente i suoi effetti negativi quando l'intensità è elevata (si pensi all'esempio della bistecca) ma senza la possibilità di penetrare all'interno del corpo.
L'uso di radiazioni infrarosse per trasmettere segnali è qualcosa che dovrebbe esserci familiare: tutti i telecomandi che abbiamo in casa per TV e condizionatori emettono a 900 nm, corrispondenti a circa 330 THz (migliaia di miliardi di oscillazioni al secondo).
Certamente ogni nuova tecnologia deve essere valutata per i possibili impatti sanitari e ambientali, ma le conoscenze attuali permettono di effettuare questa valutazione con ragionevole sicurezza.
Per maggiore chiarezza ma a titolo puramente personale in quanto al di là delle competenze fisiche, preciso che l'iper connessione di dispositivi che fino a ieri abbiamo utilizzato benissimo anche se "babbi" (= non smart) non mi spaventa dal punto di vista dell'esposizione a campi elettromagnetici, ma da quello della complessità .
Lascio pertanto agli ingegneri, beati loro, il compito di convincerci che non è possibile che un errore di sw, o anche un attacco hacker, si propaghi dalla lavatrice ai freni della macchina......
Ho la sensazione che diventi sempre più urgente un'adeguata opera di informazione sui rischi (o NON rischi!) sulla salute della nuova tecnologia 5G. Nascono come funghi gruppi complottisti spontanei di opposizione formati da esperti fai da te e si ritrovano o producono materiale informativo digitale goffo, incoerente o scorretto, se lo passano e si rinforzano tra di loro fino a creare una vera e propria resistenza allo sviluppo della tecnologia.
Prima che sia troppo tardi, non potrebbe essere una buona iniziativa da parte di AIFM organizzare una campagna di corretta informazione fatta da persone specializzate nel settore e con un background culturale autorevole?