Buongiorno. Devo fare eseguire una teleradiografia a mia figlia e - quindi - Vi chiedo di indicarmi, in base alle Vostre conoscenze, quale apparecchi (marca e modello) possono assicurare la minore dose di radiazioni possibile. Sono consapevole dell'esistenza della diagnostica digitale, ma so anche che la dose di radiazioni assorbirta o efficace può variare da un apparecchio all'altro ed io voglio assicurare la minore dose possibile avendo già seguito questo esame un anno e mezzo fa. Certi della Vostra attenzione e disponibilità Vi prego di rispondere alla mia domanda. Distinti saluti. Mariateresa
Gentile Sig.ra Mariateresa,
innanzi tutto La ringraziamo per aver espresso le sue preoccupazioni all’Associazione dei Fisici Medici, riguardo le quali possiamo con sicurezza tranquillizzarla.
Qualsiasi procedura medica che comporti l’esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti richiede l’applicazione di due principi fondamentali della radioprotezione: giustificazione e ottimizzazione.
“Giustificazione” significa certezza che l’esecuzione dell’esame porti un beneficio netto e dimostrabile per il paziente; “ottimizzazione” significa conduzione dell’indagine in modo da ottenere le informazioni, necessarie per rispondere al quesito diagnostico, con la minima esposizione possibile del paziente. Questo processo riguarda in parte la scelta dell’apparecchiatura, ma soprattutto del protocollo diagnostico utilizzato per quella specifica indagine radiologica. In altre parole, la dose che riceve un paziente non è a priori solo frutto dell’impiego di una specifica tecnologia/apparecchiatura.
L’applicazione dei principi di radioprotezione è buona pratica medica, ma anche un preciso obbligo che la legge italiana (D.Lgs. 187/00) impone agli operatori. L’esecutore dell’esame deve porre particolare attenzione proprio all’ottimizzazione degli esami in ambito pediatrico: i parametri tecnici vengono adeguati alle piccole dimensioni del paziente, in base ad età e peso, al fine di minimizzare la dose ai tessuti del bambino.
Non è possibile effettuare una valutazione a priori della dose assorbita dal paziente (le dosi assorbite o efficaci cui lei fa riferimento) poiché sarebbe necessario conoscere le informazioni di dettaglio sullo svolgimento dell’esame. Tuttavia, l’esame radiografico che Lei ci descrive espone il paziente, di norma, ad una dose di radiazioni ionizzanti estremamente contenuta; di conseguenza il rischio associato è molto basso sia per pazienti pediatrici (soggetti considerati certamente più “radiosensibili”) che adulti.
In merito alle Sue perplessità e timori rispetto alla necessità di (ri)esporre sua figlia a radiazioni ionizzanti siamo anzitutto a ricordarLe come, per il principio di giustificazione, ogni radiografia deve essere valutata essenziale e necessaria per la salute del paziente dal prescrivente e dallo specialista radiologo, ovvero il rapporto rischio/beneficio da essa derivante deve ritenersi del tutto a favore del beneficio.
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarLa, per dubbi e perplessità La invitiamo a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - https://fisicamedica.it/fisico-medico-risponde/categorie-speciali - o a contattare il Fisico Medico della Struttura Sanitaria presso cui sua figlia effettuerà l’esame.
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente.