Buongiorno,
ho 61 anni e durante una semplice visita otorinolaringoiatrica per rinofaringite mi è stata diagnosticata un inaspettata ipomobilità della corda vocale sx asintomatica, per la quale secondo l’otorino bisognava assolutamente indagare con una TAC COLLO E TORACE CON CONTRASTO per escludere eventuali cause neoplastiche per un totale dose assorbita di ben 24.5 mSv (Tac parecchio invasiva)! Essendo un tipo parecchio patofobico e ipocondriaco, col senno di poi, visto che dalla TAC è risultato fortunatamente tutto negativo (ipomobilità idiopatica probabilmente congenita….) ora mi sto parecchio preoccupando per l’effetto delle radiazioni ionizzanti a lungo termine e il danno biologico subito (rischio oncologico e leucemia...), come se avessi mandato in fumo i 60 anni di vita sana e regolata che ho sempre fatto finora (cibo sano, parecchio sport, ecc...).
Qualche esperto in materia può darmi un parere obiettivo sul danno biologico e su futuri rischi reali nel aver assorbito una dose così elevata di radiazioni in una sola TAC?
Secondo voi , 24.5mSv sono dei valori di dose efficace equi e tipici per la TAC che ho fatto io?
Secondo questa indagine che ho trovato in rete “Indagine relativa alla dose da esposizioni mediche alla popolazione della Regione Toscana fatta nel 2011”:
http://www.regione.toscana.it/documents/10180/320203/Valutazione+della+dose+da+esposizioni+mediche+alla+popolazione+della+Regione+Toscana/88f7c9ea-4f22-4102-8348-2ded20cea8f0;jsessionid=9CD3716DA8FD0392B3FEDF7FC8D23890.web-rt-as01-p1?version=1.0
in riferimento alle tabelle a pag.25 e a pag. 26, io ho eseguito in simultanea la 87.03.8 (5.3 mSv) e la 87.41.1 (15 mSv) per un totale di circa 20mSv (+/-2mSv).
Mi auguravo che, essendo in realtà la mia un unica TAC ed eseguita con un apparecchiatura più recente di nuova generazione “Hitachi Supria low radiation 75%” rispetto a quelle del 2011 (data dell’indagine), la dose assorbita fosse inferiore (il radiologo ipotizzava addirittura 3mSv circa.....)! FORSE IL RADIOLOGO HA ESAGERATO UN PO’ nel mio caso? L’otorino aveva chiesto Tac collo e torace con contrasto (ciò che trovo scritto sul l’impegnativa...) , mi chiedo perché il radiologo me l’ha eseguita anche senza?
Grazie
Il problema del rischio derivante dall’esposizione alle radiazioni per scopi medici è complesso e le informazione che sono reperibili in INTERNET non sempre aiutano a fare chiarezza.
L’International Commission on Radiological Protection (ICRP) ha introdotto il concetto di dose efficace e ha pubblicato i fattori di rischio per esposizione alla radiazioni attualmente disponibili. Essi sono derivati da studi epidemiologici sulle popolazioni colpite da eventi catastrofici (bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki, Chernobyl..) e quindi esposte ad alte dosi e ad alto rateo di dose (esposizioni in un breve lasso di tempo).
La dose efficace (che per definizione considera il tipo di radiazione e la radiosensibilità dei vari organi) può essere stimata per qualsiasi tipo di esposizione alle radiazioni ionizzanti, ma non è corretto utilizzare i suddetti fattori di rischio in qualsiasi contesto.
Il sito al link “ https://www.xrayrisk.com ” fa invece proprio questa operazione: applica i fattori di rischio dell’ICRP al singolo paziente che ha fatto un’indagine radiologica. NON SI FA, È SEMPLICEMENTE SBAGLIATO.
Gli effetti delle esposizioni a basse dosi e/o basso rateo di dose (esposizioni prolungate nel tempo) sono ancora oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Anche se si suppone che in queste condizioni i rischi diminuiscano, viene attualmente utilizzato un approccio estremamente cautelativo e si assume che esista una relazione lineare senza soglia tra dose assorbita e probabilità del danno. Partendo da questo assunto, esiste un intero impianto legislativo per garantire la radioprotezione del paziente e dei lavoratori.
Per il paziente, si richiede che siano rispettati il principio di giustificazione e il principio di ottimizzazione. Se un esame è giustificato, significa che il beneficio di fare l’esame è stato giudicato da un radiologo superiore al rischio. E il discorso “rischio” dovrebbe chiudersi qui.
La stima della dose efficace per singolo esame ha senso in situazioni particolari (tipicamente quando l’esame viene eseguito su una donna in gravidanza); non in un caso come il suo.
Le è stato prescritto un esame per timore che avesse un cancro. Era un’informazione vitale, irrinunciabile. Il prezzo da pagare è un rischio trascurabile di danno radioindotto.
Per capire quanto trascurabile, si usa l’esposizione il fondo naturale come termine di paragone. Il genere umano vive da sempre in un ambiente nel quale è esposto al fondo naturale di radiazioni. Non abbiamo alternative e non ci siamo estinti. Quindi dire che un’esposizione medica corrisponde a qualche giorno/qualche mese o addirittura qualche anno di vita serve a dimostrare che non ha senso angosciarsi.
La soglia dei 100 mSv è utilizzata come riferimento, oltre il quale si ritiene che il rischio non è proprio trascurabile. Non è il suo caso. E non si utilizza per quantificare il rischio da esposizione al fondo naturale.
Quanto al valore di dose efficace che Le è stato stimato, sembra abbastanza standard per un esame con mezzo di contrasto.
1) Lei mi scrive che “non è corretto utilizzare i suddetti fattori di rischio in qualsiasi contesto” e che ciò che riporta il sito “ https://www.xrayrisk.com” (nel mio caso: maschio,61 anni, dose assorbita 24.5mSv, ho un rischio addizionale di cancro di 1 su 1092, pari a 0,0915%), non è veritiero, che non si fa ed è semplicemente sbagliato!
Cosa intende? Che in realtà il mio rischio è più pessimistico o viceversa? Tutto sommato, il dato riportato su www.xrayrisk.com mi sembrava anche abbastanza tranquillizzante!?
2) La soglia dei 100mSv, dopo la quale il rischio non è più trascurabile, è inteso per una singola indagine radiologica o é accumulativa come somma di più indagini radiologiche (soglia facilmente raggiungibile con nr. 4 TAC come quella che ho eseguito io …..)?
3) Inoltre, questa soglia dei 100mSv, è intesa solo per esposizioni radiologiche o anche per il fondo naturale? Se così fosse, considerando 3.3mSv/anno in Italia, dopo i 30 anni una persona è già a rischio (io a 61 anni sono già a 201 mSv, ai quali ora aggiunti altri 25…..)!?
4) A parità di mSv c’è differenza rischio fra la radioattività naturale o eseguire una TAC?
Nel mio caso, aver assorbito 24.5mSv di raggi X di una TAC in pochi secondi (alto rateo di dose) concentrati su degli organi ben specifici del corpo (collo e torace), ai fini rischio è esattamente la stessa identica cosa di aver assorbito lentamente (basso rateo di dose) 8 anni di radioattività naturale (isotopi, raggi cosmici, …) su tutto il corpo?
A parità di mSv assorbiti i primi sono più pericolosi?
(qui entrano in gioco altri fattori: tipo di radiazione, intensità’ di assorbimento nel tempo o rateo di dose, organo interessato del corpo,ecc…).
5) La TAC rientra fra le esposizioni a basse dosi e/o basso rateo di dose ancora oggetto di studio da parte della comunità scientifica? Oppure, quando si parla di esposizioni a basse dosi e/o basso rateo di dose, s’intende solo la radioattività naturale?
Si fa sempre il raffronto con il fondo naturale 3,5 msv per anno. Ma, a mio avviso, un conto sono 3,5 msv in un anno e un conto è assorbire 24 msv in pochi minuti (o addirittura 50 msv come accaduto purtroppo a mia figlia per una semplice caviglia rotta). Per stare più tranquilli forse basterebbe sapere come stanno realmente le cose.
Proprio perché si fa il raffronto con il fondo naturale ho posto la domanda specifica nr.(4) .
RESTIAMO IN ATTESA DELLE RISPOSTE DELLA PROF.SSA PAOLA BREGANT!!!
(.......com’è possibile che per una semplice caviglia rottasua figlia abbia assorbito 50mSv di dose efficace? Immagino avrà eseguito solo delle semplici radiografie!? )
Gentili lettori e frequentatori del nostro Forum,
le domande che state ponendo sono estremamente interessanti, perché vanno a toccare alcuni punti “nevralgici” riguardanti il rapporto dose (da radiazioni)-rischio. Argomenti e quesiti che sono tutt’oggi oggetto di discussione, quali Cosa succede alle basse dosi?, Le dosi sono cumulative rispetto al rischio che ne deriva?, L’effetto è diverso se la dose è assorbita in due giorni rispetto a sei mesi?.
Rispondere in modo esaustivo è praticamente impossibile, se quello che il richiedente si aspetta è la certezza sul caso che espone…proprio perché vogliamo essere scienza, e non fantascienza, ci atteniamo a quello che è il parere ufficiale della comunità scientifica, che è stato espresso in questa e in altre occasioni.
Proprio l’ICRP evidenzia la difficoltà a fornire risposte certe
‘A causa della natura probabilistica degli effetti stocastici e delle caratteristiche del modello adottato (LNT- ‘modello lineare senza soglia’) è impossibile tracciare una distinzione netta fra 'sicuro' e 'pericoloso', e questo comporta alcune difficoltà nello spiegare le basi del controllo dei rischi derivati dalle radiazioni’.
E ancora, sull’utilizzo della dose efficace per valutare il rischio:
La Commissione intende la dose efficace come una grandezza principale di protezione per la definizione degli indirizzi di radioprotezione. Non dovrebbe essere utilizzata né per valutare retrospettivamente i rischi di effetti stocastici per esposizioni su singoli individui, né nelle valutazioni epidemiologiche delle esposizioni sull’uomo(..)
Certamente altri aspetti entrano in gioco, difficoltà di comunicazione, stati d’animo perfettamente comprensibili che però non aiutano ad affrontare il confronto e la discussione con lo spirito giusto. Per questo abbiamo già suggerito, sia in questo forum che personalmente agli interlocutori (la corrispondenza per posta elettronica è molto fitta!), di rivolgersi al Servizio di Fisica Sanitaria al quale fa riferimento il centro dove sono state erogate le prestazioni radiologiche: un confronto vis a vis può aiutare a superare più facilmente le difficoltà, non ultima anche quella di incastrare in poche righe in un forum decenni di studi e confronti scientifici.
Pertanto, a chi è intervenuto in questo forum, rinnoviamo l’invito a rivolgersi ad un nostro collega a lui vicino e, nello stesso tempo, invitiamo i colleghi Fisici Medici ad entrare nella discussione, aggiungendo elementi che possano aiutare a meglio comprendere i problemi esposti.
Cordialmente,
il Comitato Editoriale della rubrica Ilfisicomedicorisponde, dell’Associazione Italiana di Fisica Medica
Le radiazioni ionizzanti sono un argomento che spesso fa nascere nelle persone timori ingiustificati: è piuttosto normale temere ciò che non si conosce e, in questo caso, nemmeno si può vedere. E' interessante andare a confrontare i vari fattori che hanno un impatto sulla durata della vita, stimando quanti giorni, in media, la riducono. riportiamo qui di seguito due tabelle
Chiaramente si tratta di valori medi stimati, e non rapresentano di certo quello che accade al singolo individuo; sono utili però per caprire, a grandi linee, l'entità degli effetti delle radiazioni ionizzanti. E forse ci sorprenderà vedere nella prima tabella come essere svolgere un'attività lavorativa che espone alle radiazioni (radiologo, tecnico di radiologia, medico nucleare...) è, in realtà, molto meno pericoloso rispetto a fare il contadino o il muratore.
Anche le abitudini di vita influiscono, come si evince dalla seconda tabella, sulla durata della vita. E' certamente più importante evitare certe abitudini, cattive per il loro impatto sulla salute, come l'abuso di alcool o il fumo, piuttosto che preoccuparsi per l'esposizione al fondo naturale o per essere sottoposti a indagini radiologiche che oltretutto hanno un beneficio diretto sulla nostra persona (possibilità di fare una diagnosi, che può in tatni casi anche salvare la vita!).
Come possiamo
Bisogna però considerare anche la percentuale, esempio: su 1000 persone quante lavorano in agricoltura o sulle costruzioni e quante invece fanno i radiologi o hanno lavori con esposizione alle radiazioni? Sicuramente i primi sono molto di più, vorrei dire rapporto cento a uno. Bisognerebbe fare la statistica prendendo cento contadini e cento radiologi, magari risulta che è più pericoloso fare il radiologo! Stessa cosa, su 1000 persone di 50 anni, quante hanno eseguito indagini radiologiche con dose assorbita superiore per esempio a 20mSv?
Qui mi sorge una domanda spontanea: qual’è il valore medio in mSv di dose assorbita per persona nell’arco della vita per sole indagini ragiologiche?