Buonasera,
Ho letto che annualmente siamo esposti a circa 3mSv e che una rx addome, in media, comporta un'esposizione aggiuntiva di 0.7 mSv.
La mia domanda è la seguente: il danno cellulare ( inteso ad esempio come probabilità di degenerazione neoplastica di una cellula) è direttamente proporzionale alla dose assorbita oppure dipende anche dal lasso di tempo in cui siamo stati esposti alle radiazioni ionizzanti?
In altre parole, essere esposti a 0,7 mSv in pochi secondi comporta un danno molto aumentato rispetto all'esposizione di fondo naturale di 3 mSv in un anno?
Intuitivamente direi di sì, ma vorrei chiedervi ulteriori chiarimenti.
Avrei poi un'altra domanda: sono mai stati effettuati studi a lungo termine su pazienti esposti a basse dosi di radiazioni ionizzanti e sugli effetti che queste, eventualmente, hanno causato?
Grazie
Studi sugli effetti dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, raccolti e analizzati dall’UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation), sono stati effettuati sui sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki, su persone esposte a seguito degli incidenti nelle centrali di Chernobyl e Fukushima Daiichi, su persone esposte alla radiazione cosmica, su cellule, su animali da laboratorio, per esposizioni mediche.
Per valori di dose efficace inferiori a 100 mSv, non abbiamo però nessuna certezza scientifica sui danni radioindotti, perché gli studi epidemiologici che sarebbero necessari per arrivare a una conclusione definitiva sono sostanzialmente infattibili. Anche in merito alla dipendenza del danno dalla durata dell’esposizione siamo in una “zona grigia”, per la quale mancano informazioni adeguate.
L’ICRP (International Commission on Radiological Protection) è il più autorevole organismo di riferimento nell’ambito della radioprotezione e aggiorna periodicamente le indicazioni in materia basandosi sulle evidenze degli studi raccolti e pubblicati dall’UNSCEAR. La mancanza di studi risolutivi è superata con la scelta di adottare il cosiddetto “modello lineare senza soglia” (LNT). Si ipotizza, cautelativamente, che l’entità dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti determini la probabilità che compaia un danno ma non la sua gravità, assumendo che non esista una soglia di dose al di sotto della quale sia possibile escludere qualsiasi effetto.