Buongiorno AIFM,
per ipocondria relativamente ad una caduta in cui ho colpito la testa (caduta datata 10 mesi prima della TAC) ho fatto una prima TAC encefalo prescrittami dal mio medico di base, di esito negativo.
Successivamente, 5 mesi (153 giorni) dopo, ho fatto un incidente stradale in cui non ho riportato alcun trauma cranico ma per sicurezza mi è stata fatta una TAC encefalo, di esito negativo.
Ora, ho diverse domande:
- ho trovato su PubMed diverse ricerche che correlano la radioterapia al cervello a danni cognitivi permanenti (principalmente perdita di memoria). Conscio che in radioterapia le dosi utilizzate sono molto più alte di quelle applicate in una TAC mi chiedo: se nelle mie TAC è stato utilizzato un millesimo della dose utilizzata in una radioterapia al cervello, sarà un millesimo anche il danno cognitivo a me indotto?
- il mio medico di base ha violato il principio di giustificazione, giusto? Si trattava palesemente di un mio episodio ipocondriaco riguardo una caduta fatta mesi e mesi prima, la TAC serviva a ben poco perchè non c'era niente da indagare.
- a livello cognitivo, rischio qualcosa? Peggiore memoria, peggiore concentrazione, maggiore propensione ad avere mal di testa, ecc. ?
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Vi ringrazio molto per il lavoro di divulgazione che fate
Grazie mille e saluti
PS.: Mi direste quali sono i parametri da dover chiedere alla struttura dove ho fatto le TAC per un'analisi ottimale?
Grazie milleÂ
P.S.S.: a violare il principio di giustificazione è stato il mio medico di base o il medico radiologo che mi ha fatto la prima TAC encefalo?
Buongiorno.
Il danno da Lei citato come conseguenza di un trattamento a livello cerebrale di radioterapia è un danno deterministico, che si può cioè verificare al superamento di una certa dose soglia, che sicuramente non si raggiunge durante indagini diagnostiche
Quindi a livello cognitivo Lei non rischia proprio nulla. Eventuali peggioramenti di memoria e capacità di concentrazione, maggiore propensione ad avere mal di testa non hanno alcun nesso con le indagini TC a cui è stato sottoposto.
"Si trattava palesemente di un mio episodio ipocondriaco riguardo una caduta fatta mesi e mesi prima, la TAC serviva a ben poco perché non c'era niente da indagare" è una frase che mi lascia perplessa. I medici prescrivono le indagini in base alle indicazioni fornite dal paziente, alla valutazione delle sue condizioni cliniche.... Non è un ambito non di mia competenza, ma non capisco in base a cosa afferma che si tratta di una palese violazione del principio di giustificazione. Di sicuro, non si può fare quest'affermazione perché la TC era negativa.
Una stima di dose personalizzata (che sarebbe, in scienza e coscienza, del tutto inutile) può essere richiesta allo specialista in Fisica Medica che collabora con la struttura a cui si è rivolto per eseguire l'indagine.
Tutte le esposizioni mediche sono effettuate sotto la responsabilità clinica del medico specialista, su richiesta motivata del medico prescrivente.
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Grazie mille per la risposta @PaolaBregant
le spiego meglio: io mi sono recato dal medico di base ricolmo di ansia per una caduta fatta 11 mesi prima, volenteroso di fare un esame per accertarmi che andasse tutto bene.
Il medico di base anzichè rassicurarmi e farmi ragionare sull'irragionevolezza delle mie ansie, senza neanche fare un controllo sommario o chiedendomi di eventuali sintomi mi ha prescritto la TAC encefalo.
Mi reco in una struttura privata per fare la TAC e mi viene fatta da un tecnico che prima dell'esame mi chiede la motivazione e gli rispondo dicendo che era per una caduta fatta 11 mesi prima.
Per questo parlo di violazione del principio di giustificazione, siccome la TAC è stata prescritta ed eseguita senza una reale motivazione.
Avrei qualche altra domanda:
- informandomi ho letto che il cervello è un organo poco radiosensibile, questo significa che se (per dire) ho subito 5 mS dalla singola TAC, è come se ne avessi subiti di meno, ad esempio 3 mS?
- la mancanza di nesso tra TAC encefaliche e danni cognitivi è scientificamente provata o non ci sono ancora abbastanza studi a riguardo? Cioè possibile che tra 10-20 anni esce fuori che le TAC encefaliche comportano danni cognitivi?Â
- capisco il fare l'equivalenza delle dosi subite con i mesi/anni di esposizione al fondo naturale (nel mio caso con 2 TAC dovrebbe corrispondere a 16 mesi), ma il dubbio è: non è che un esposizione concentrata di 10 mS è più dannosa di una esposizione uguale ma diluita nel tempo (nel mio caso in 16 mesi)?
- le due TAC encefalo da me fatte possono aver influito negativamente sulla plasticità neuronale, l'invecchiamento dei neuroni e la neurogenesi? Siccome leggo che quest'ultima avviene anche in età adulta e non solo negli anni del neurosviluppo
- leggo su Wikipedia che i limiti di dose per professionisiti sono maggiori rispetto a quelli per il pubblico. Questo perchè si considera che i professionisti usano protezioni (come guanti, maschere o altro) oppure potrei considerare buone anche quelle soglie per il pubblico generale? Perchè allora si fa questa distinzione?Â
- ho cercato di repirire informazioni sulla dose esatta di ciascuna TAC ma nel primo caso mi è stato detto che è impossibile conoscerla perchè dipende dalla costituzione anatomica del paziente, nel secondo caso mi è stato riferito che ci vuole "una formula fisica" per calcolarla.
Sapreste aiutarmi?
Grazie infinite per quello che fate
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