Art. 7, comma 1, 113): «radioterapeutico»: attinente alla radioterapia, compresa la medicina nucleare a scopi terapeutici;
La definizione inquadra definitivamente la medicina nucleare a scopi terapeutici all’interno della radioterapia
Art. 158, comma 3: Per tutte le esposizioni mediche a scopo terapeutico di cui all’articolo 156, comma 2, lettera a), il medico specialista deve programmare individualmente l’esposizione dei volumi bersaglio
Perché allora dobbiamo limitare lo studio dosimetrico individuale solamente alle procedure terapeutiche medico nucleari non standardizzate?
La risposta alla domanda si comprende leggendo il
Documento di consensus intersocietario a cura dell’Associazione Italiana di Fisica Medica e Associazione Italiana di Medicina Nucleare: Terapia Medico Nucleare: ottimizzazione su base dosimetrica ai sensi della Direttiva Europea 2013/59/EURATOM.
https://fisicamedica.it/wp-content/uploads/Documenti/AIFM/Documenti%20Intersocietari/DOCUMENTO%20INTERSOCIETARIO%20AIFM-AIMN%20Finale.pdf
Non è vero che la dosimetria individualizzata sia da eseguire solo nelle terapie non standardizzate, o viceversa. I due concetti di terapia standardizzata e non versus dosimetria raccomandata e non sono indipendenti. Occorre esaminare i singoli casi elencati nel documento.
Le terapie non standardizzate sono state così individuate in base al livello di complessità clinica.
Terapia non standardizzata implica che il fisico debba essere strettamente coinvolto.
E’ abbastanza logico che nelle non standardizzate la dosimetria sia raccomandata, ma non è detto. Potrebbe essere non fattibile tecnicamente.
Per le standardizzate abbiamo il contro-esempio tipico: la terapia con radioiodio dell’ipertiroidismo benigne è standardizzata. Eppure la dosimetria è raccomandata.
Invece nella terapia con 223Ra, pure standardizzata, la dosimetria è opzionale.