buonasera, sono un operatore sanitario. Nella nostra routine lavorativa, non siamo esposti a radiazioni, pertanto per noi non è previsto il rischio radiologico con conseguente piano di radioprotezione. Essendo però tenuti a gestire le emergenze ospedaliere, il mio team deve garantire cure ed assistenza in qualsiasi contesto ospedaliero. Sempre più spesso ci troviamo ad operare in U.O. con zone controllate e sorvegliate, come l'emodinamica e la radiologia interventistica. In queste U.O., le radiazioni sono costanti e salvita per il paziente, ad esempio durante una coronarografia in arresto cardiaco, noi siamo tenuti alla rianimazione cardiopolmonare durante l'esecuzione della procedura. Durante l'intervento, indossiamo DPI piombati forniti dalla U.O. e restiamo dentro la stanza lo stretto necessario. difronte le nostre perplessità, l'azienda ribadisce che la dose e l'esposizione sono basse e non costanti, pertanto non siamo considerati lavoratori esposti. Per noi non è prevista una visita medica con relativa idoneità prima di essere esposti a radiazioni. Non ci viene fornito neppure il dosimetro individuale. Com'è possibile? Può capitare che nel giro di un anno eseguiamo un solo intervento, quindi il rischio è basso, ma può anche capitare che nel giro di un solo mese gli interventi sono 3. Non è possibile quantificare il numero dei nostri interventi ed il numero di relative esposizioni, essendo noi il team dedicato che interviene solo in caso di emergenza. Non bisogna avere un idoneità da parte di esperto di radioprotezione anche per singole esposizioni? O essere dotati di dosimetria personale anche per esposizioni occasionali? Grazie per l'attenzione, resto in attesa di delucidazioni in materia
Gentilissimo,
la classificazione di un lavoratore, da parte dell’esperto di radioprotezione, come esposto o non esposto avviene in base alla tipologia di attività svolta e dal carico di lavoro dichiarato dal dirigente/preposto che sovrintende all’attività di interesse.
Sulla base di tali indicazioni, l’esperto di radioprotezione effettua valutazioni specifiche per determinare i livelli di dose a cui il lavoratore potrebbe essere esposto in un anno solare, in virtù dell’attività svolta . Pertanto, su questo punto l’erp potrà fornirle tutti i chiarimenti da lei desiderati, sulla base dei dati in suo possesso.
Possiamo solo ipotizzare che l’erp della sua struttura abbia valutato che l’attività da lei descritta non comporti il superamento del limite previsto per la popolazione , che è pari a 1 mSv / anno e per tale motivo non abbia attivato la sorveglianza fisica personale né conseguentemente sia stata attivata quella medica da parte del medico autorizzato
In questi casi la normativa prevede comunque un’informazione sui possibili rischi per chi lavora in zone con uso di radiazioni ionizzanti, anche se non classificato esposto e la disponibilità di dispositivi di protezione, dove si ritenga necessario.
Come già sopra riportato, il lavoratore ha diritto di accedere alle relazioni dell'ERP, rivolgendosi eventualmente alla direzione medica/sanitaria per avere la documentazione, in caso di difficoltà a contattare lo stesso.