Buonasera,
Vorrei avere un vostro parere su una questione che mi preoccupa molto. Per un problema relativo ai denti mia figlia si è dovuta sottoporre ad un esame e precisamente CBCT ( o ctcb non ricordo la sigla). Da quanto ho capito si tratta di una sorta di tac. Vorrei sapere da voi quali rischi può comportare questo esame e se è molto nocivo per i bambini. In due anni ha già fatto due panoramiche e dei raggi al polso. Grazie molte
Gent.ma Sig.ra,
anzitutto ci sentiamo nelle condizioni di tranquillizzarla. Pur non avendo a disposizione i dati tecnici relativi alle indagini radiologiche cui è stata sottoposta sua figlia, possiamo affermare che, per le tipologie di indagine citate, la dose al paziente anche in età pediatrica risulta contenuta.
In merito alle sue perplessità e timori rispetto alla necessità di esporre sua figlia a radiazioni ionizzanti siamo anzitutto a ricordarLe come, per il principio di giustificazione alla base della radioprotezione, ogni esposizione deve essere valutata essenziale e necessaria per la salute del paziente dal prescrivente e dallo specialista radiologo, ovvero il rapporto rischio/beneficio da essa derivante deve ritenersi del tutto a favore del beneficio. Nello specifico, essendo l'apparato odontostomatologico fondamentale per molte funzioni fisiologiche tanto in età evolutiva quanto in età adulta, ci sentiamo di poter affermare che Le sue perplessità e paure devono essere superate per il bene attuale e futuro di sua figlia.
Peraltro la scelta di sottoporre Sua figlia ad una CBCT (come lei stessa scrive “una sorta di TAC”) ha comportato certamente una esposizione di molto inferiore ad una tradizionale TC dentale: infatti la tecnica TC volumetrica «cone beam», grazie alla maggior capacità di risoluzione dei rivelatori utilizzati e all’elevato contrasto intrinseco delle strutture ossee, consente di ottenere immagini di buona qualità di tali strutture con dosi al paziente inferiori a quelle somministrate abitualmente, con i parametri convenzionali, da apparecchiature TC tradizionali (a parità di volume irradiato da 5 a 20 volte inferiore).
Per Sua figlia è ragionevole pertanto ritenere solamente teoriche e altamente speculative le ipotesi di un aumento della probabilità naturale di sviluppare un tumore e più in generale dell’insorgenza radioindotta di danni a carico della salute di sua figlia in esito alle indagini diagnostiche eseguite in un periodo temporale di alcuni anni.
Ad esempio, la dose ricevuta nel corso dell’effettuazione della CBCT, sulla base dei dati e delle valutazioni disponibili nella letteratura scientifica, è stimabile dell’ordine di 0.1 mSv. Tale dose può essere equiparata, ad esempio, a qualche giorno “aggiuntivo” di esposizione al fondo naturale di radiazione. Infatti tutti noi, in qualsiasi parte d’Italia (o più in generale del mondo) viviamo, siamo sottoposti ad una esposizione continua (e in taluni casi intensa) alle radiazioni ionizzanti, per molti aspetti simili a quelle utilizzate per eseguire gli esami radiografici di Sua figlia, che complessivamente possono andare da alcuni mSv ad anche oltre una decina di mSv per anno. Anche le dosi agli organi prossimali ( ghiandole salivari e tiroide ) sono generalmente del tutto contenute e non rilevanti rispetto alle dosi naturali sopra accennate.
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarla, per dubbi e perplessità La invitiamo a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - https://fisicamedica.it - o a contattare un Fisico Medico della Struttura presso cui è stato eseguito l’esame. Anche in questo caso AIFM sarà lieta di indirizzarla verso esperti in Fisica Medica in grado di confrontarsi direttamente con Lei.
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente.