Gentile Sig.ra,
ci scusiamo innanzitutto per il ritardo con cui le giunge la risposta, solo ora abbiamo riscontrato che non fosse visibile per un problema tecnico. Di seguito la risposta al suo quesito, ci auguriamo che possa tranquillizzarla.
Pur non avendo a disposizione i dati tecnici relativi all’indagine radiologica cui è stata sottoposta suo figlio, siamo anzitutto a tranquillizzarla in quanto per queste tipologie di indagine, la dose al paziente anche in età pediatrica risulta molto contenuta. La dose stimata per questo tipo di esame (composto anche da più proiezioni) può essere equiparata a qualche giorno “aggiuntivo” di esposizione al fondo naturale di radiazione. Infatti tutti noi, in qualsiasi parte d’Italia (o più in generale del mondo) viviamo, siamo sottoposti ad una esposizione continua (e in taluni casi intensa) alle radiazioni ionizzanti, per molti aspetti simili a quelle utilizzate per eseguire gli esami radiografici di Suo figlio. E’ ragionevole pertanto ritenere quali solo altamente speculative le ipotesi di un aumento della probabilità naturale di sviluppare, in futuro, un tumore e più in generale dell’insorgenza di danni a carico della salute di suo figlio
Infatti anche nell’ ”AAPM Position Statement on Radiation Risks from Medical Imaging Procedures” (
https://www.aapm.org/org/policies/details.asp?id%3D439%26type%3DPP&source=gmail&ust=1740328960491000&usg=AOvVaw0j_i4pXg3m8021O0-0WZQ n">
https://www.aapm.org/org/policies/details.asp?id=439&type=PP ) della prestigiosa Associazione America di Fisica Medica sui rischi di radiazioni dalle procedure di imaging medico, è chiaramente ribadito che “Al momento, le prove epidemiologiche a supporto della maggiore incidenza di cancro o mortalità da dosi di radiazioni inferiori a 100 mSv non sono conclusive. Poiché le dosi di diagnostica per immagini sono in genere molto inferiori a 100 mSv, quando tali esposizioni sono appropriate dal punto di vista medico, è molto probabile che i benefici previsti per il paziente superino qualsiasi piccolo potenziale rischio (…). Data la mancanza di consenso scientifico sui potenziali rischi derivanti da basse dosi di radiazioni, le previsioni sull'incidenza ipotetica del cancro e sulla mortalità dovute all'uso dell'imaging diagnostico sono altamente speculative. L'AAPM e altre organizzazioni per la protezione dalle radiazioni scoraggiano specificamente queste previsioni di danno ipotetico. Tali previsioni possono portare a storie sensazionalistiche nei media pubblici. Ciò può portare alcuni pazienti a temere o rifiutare l'imaging medico sicuro e appropriato, a scapito del paziente.”
Per il principio di giustificazione alla base della radioprotezione (D. Lgs. 101/2020 - Art. 157), ogni radiografia deve essere infatti valutata essenziale e necessaria per la salute del paziente dal prescrivente e dallo Medico radiologo, ovvero il rapporto rischio/beneficio da essa derivante deve ritenersi del tutto a favore del beneficio. Nel caso di suo figlio le radiografie sono state eseguite, su richiesta motivata, da un professionista sanitario abilitato (un Tecnico Sanitario di Radiologia Medica) sotto la responsabilità del Medico Radiologo
Abbiamo chiesto un parere di un medico radiologo secondo il quale l’esame radiografico del piede nel sospetto di frattura viene solitamente eseguito in più proiezioni (variabile da due a quattro: antero-posteriore, obliqua, latero-laterale e assiale di retropiede) e includendo parte della gamba consentendo così di valutare tutte le strutture ossee (dita, parte centrale e posteriore del piede) e l’articolazione tibio-tarsica (tra piede e gamba). L’esame comparativo del controlato non è una pratica standard ma viene normalmente eseguita in caso di sospetto per confrontare il lato con sospetta lesione traumatica con il lato “sano” per ridurre la possibilità di interpretazioni sbagliate delle immagini. Se sul referto sono indicate solo 2 proiezioni è possibile che siano state aggiunte alcune proiezioni in corso di esame per necessità diagnostiche e che queste non siano state riportate nel testo standard di refertazione. Le consigliamo di chiedere conferma al medico radiologo che ha eseguito l’esame per fugare qualsiasi ulteriore dubbio.
Infine mi preme tranquillizzarla anche in merito all’utilizzo del telo di protezione: nel caso e per la tipologia di esami condotti su suo figlio, l’utilizzo di questo dispositivo di protezione non può aver determinato alcun “aumento” di dosaggio rilasciato dall’apparecchio radiografico, giacché per queste indagini NON sono impiegati sistemi di controllo automatico dell’esposizione (che, su altri distretti anatomici, certamente più “ampi” come torace e addome, agiscono come temporizzatori automatici che interrompono l’erogazione della radiazione quando il segnale sul rilevatore è ritenuto sufficiente per ottenere una immagine diagnostica e che sono pertanto influenzati proprio dalla densità/attenuazione dell’area radiografata.
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente
Pubblicato : 22 Febbraio 2025 18:48