Buona sera, la mia bambina che ora ha 8 mesi è stata sottoposta quando aveva 3 settimane e a 5 mesi a due rx polmonari in occasione di due bronchioliti, dato che sospettava o un inizio di polmonite. Anche se molto piccola ritengo sia stato necessario,,proprio per scongiurare possibili complicanze. La settimana scorsa ho temuto che la bambina avesse ingerito una perlina con un gancino metallico. Ho controllato le feci come indicato dal medico per alcuni giorni ma alla fine, preoccupata, sono andata in Ps dove le hanno fatto un rx addominale. Premesso che sono molto arrabbiata con me stessa per averla sottoposta ad una ulteriore dose di radiazioni per un sospetto in realtà non così probabile (e rivelatosi infatti infondato), ora sono molto preoccupata. Mi chiedo: sono quantificabili i rischi e i possibili danni di ben 3 rx su una bambina così piccola a distanza ravvicinata ? È vero, come ho letto da qualche parte, che le dosi di un rx corrispondono in realtà a qualche giorno delle radiazioni che normalmente si assorbono nell'ambiente, o sono invece molto maggiori? Grazie
Gent.ma Sig.ra,
anzitutto ci sentiamo nelle condizioni di tranquillizzarla. Pur non avendo a disposizione i dati tecnici relativi alle indagini radiologiche cui è stata sottoposta sua figlia, possiamo affermare che, per le tipologie di indagine citate, la dose al paziente anche in età neonatale/pediatrica risulta molto contenuta.
In effetti, come anche Lei ci ricorda, la dose stimata per ciascuno di questi esami può essere equiparata a qualche giorno “aggiuntivo” di esposizione al fondo naturale di radiazione. Infatti tutti noi, in qualsiasi parte d’Italia (o più in generale del mondo) viviamo, siamo sottoposti ad una esposizione continua (e in taluni casi intensa) alle radiazioni ionizzanti, per molti aspetti simili a quelle utilizzate per eseguire gli esami radiografici di Sua figlia,
Per Sua figlia è ragionevole pertanto escludere un aumento della probabilità naturale dell’insorgenza di patologie correlabili all’esposizione radiante in esito alle indagini diagnostiche (ritenute certamente giustificate dal Medico prescrivente e dallo Specialista Radiologo), ancorché eseguite in un periodo temporale di alcuni mesi.
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarla, per dubbi e perplessità La invitiamo a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - https://fisicamedica.it - o a contattare un Fisico Medico della Struttura presso cui è stato eseguito l’esame. Anche in questo caso AIFM sarà lieta di indirizzarla verso esperti in Fisica Medica in grado di confrontarsi direttamente con Lei.
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente.
Buongiorno vi ho scritto a giugno per un parere sui rischi correlati alle radiografie polmonari eseguite su mia figlia all'età di 3 settimane e 5 mesi e una rx addominale per sospetta ingestione. Ora mia figlia ha 14 mesi e ho paura che abbia ingerito una vite. Dato che il sospetto mi è venuto solo dopo qualche giorno dal possibile incidente (Ho trovato in terra una vite caduta da un armadietto solitame te chiuso a chiave in un luogo dove lei aveba giocato il 1 gennaio), sono quindi ormai trascorsi 10 giorni dalla possibile ingestione, non sono corsa in prosnto soccorso. Ora però sono comunque preoccupata e non so valutare quale sia l'ipotesi più ragionevole : ha senso sottoporla ad un'altra rx aumentando l'esposizione a raggi dopo 10 giorni per togliersi il dubbio? Esistono eventuali altri esami diagnostici alternativi che siano risolutivi? Grazie
Gent.ma Sig.ra,
anzitutto La ringraziamo per averci ricontattato e come fatto in precedenza ci sentiamo nelle condizioni di tranquillizzarla rispetto alla ipotetica necessità che sua figlia venga sottoposta nuovamente ad un esame diagnostico tradizionale con radiazioni ionizzanti.
Il primo aspetto che riteniamo possa tranquillizzarla è l’essere a conoscenza che l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, in particolare di bambini/ragazzi, è sempre legata ad un’attenta valutazione da parte dei medici radiologi dei rischi e dei benefici del singolo esame in relazione al quesito diagnostico. Fra gli elementi della valutazione del rischio c’è anche la valutazione di una metodica diagnostica alternativa a fronte di un adeguato risultato diagnostico. La scelta della metodica alternativa può essere effettuata solo dal medico radiologo che è la figura professionale che anche in ambito normativo viene riconosciuto come essere la persona in possesso delle conoscenze adeguate che possano condurre tali valutazioni e pertanto in tal senso non possiamo esprimere nessun orientamento. Tenga in ogni caso presente che l’esposizione alla tipologia di esame a cui sarebbe stata sottoposta sua figlia sarebbe stata estremamente contenuta: per darle un termine di paragone, si parla di una dose confrontabile con quella che sua figlia riceverebbe a causa dell’esposizione alla radiazione di origine naturale (che sono sempre e ovunque presenti) di qualche settimana. Di conseguenza il rischio associato sarebbe stato estremamente basso.
Nella speranza di esserLe stati di aiuto la salutiamo e la ringraziamo per averci contattato.
Nel caso avesse ulteriori dubbi o perplessità la invitiamo a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - https://fisicamedica.it/fisico-medico-risponde/categorie-speciali .
Cordialmente