La mia bambina di 6 mesi dovrà effettuare una radiografia della colonna, per escludere una malformazione vertebrale; può risultare “pericolosa” la quantità di radiazioni a cui dovrà essere sottoposta? Grazie
Buongiorno,
ci sentiamo anzitutto nelle condizioni di tranquillizzarLa.
Infatti, sebbene per effettuare una valutazione accurata della dose assorbita dal paziente sia necessario conoscere le informazioni di dettaglio sullo svolgimento di ciascuna esposizione, l’esame radiografico che Lei ci indica espone il paziente, di norma, ad una dose di radiazioni ionizzanti estremamente contenuta. Di conseguenza il rischio associato è molto basso sia per pazienti pediatrici o neonati (soggetti considerati certamente più “radiosensibili”) degli adulti.
Le ricordiamo inoltre che qualsiasi procedura medica che comporti l’esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti richiede l’applicazione di due principi fondamentali della radioprotezione: giustificazione e ottimizzazione.
“Giustificazione” significa certezza che l’esecuzione dell’esame porti un beneficio netto e dimostrabile per il paziente, ovvero di un quesito certo e ben circoscritto al quale lei fa già brevemente cenno; “ottimizzazione” significa conduzione dell’indagine in modo da ottenere le informazioni, necessarie per rispondere al quesito diagnostico, con la minima esposizione possibile del paziente.
Per quanto attiene agli aspetti dosimetrici, in generale, le radiografie espongono di norma il paziente a dosi estremamente contenute. Tali dosi, se confrontate con il fondo naturale di radiazione cui tutti noi siamo sottoposti (che varia solitamente a seconda del luogo in cui una persona vive tra alcuni e una decina di mSv – milliSievert all’anno) , possono corrispondere a valori di dose (aggiuntivi) compresi tra alcuni giorni fino ad alcuni mesi del fondo naturale annuale di radiazione.
Data la tipologia di esame e l’età del soggetto, ci pare inoltre opportuno precisare che, contrariamente a quello che si potrebbe essere indotti a pensare, per certe tipologie di esami/quesiti e/o tipologie di pazienti può essere sconsigliato l’utilizzo di grembiulini piombati (o altre protezioni piombifere es. per le gonadi). Infatti l’utilizzo di tali dispositivi di radioprotezione potrebbe essere inopportuno giacché in talune condizioni la loro presenza danneggia irrimediabilmente la qualità dei radiogrammi con conseguente necessità di ripetere l’esposizione o addirittura potrebbe richiedere una dose di radiazioni maggiore (la protezione con uno schermo piombato può comportare un incremento ingiustificato e consistente della dose erogata giacché i sistemi automatici di regolazione della dose, che modulano l’erogazione delle radiazioni proprio in base all’attenuazione ai raggi X misurata in tempo reale, possono “confondere” tale dispositivo quale una parte anatomica ad elevato assorbimento). Se pertanto nel corso dell’esecuzione dell’esame di sua figlia non saranno impiegati grembiulini piombati, non se ne preoccupi giacché il personale tecnico ne avrà certamente valutato l’opportunità e la necessità.
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarLa, per dubbi e perplessità La invitiamo a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - https://fisicamedica.it/ilfisicomedicorisponde - o a contattare un Fisico Medico che opera presso la Struttura in cui è stato eseguito l’esame. Anche in questo caso AIFM sarà lieta di indirizzarla verso Esperti in Fisica Medica in grado di confrontarsi direttamente con Lei.
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente.