Gentile signora,

considerata la tipologia di attività che lei svolge e il modestissimo rischio associato, posso dirle di programmare tranquillamente una gravidanza, che sicuramente non rischia di essere compromessa. Le Linee Guida dell'Associazione Italiana di Medicina Nucleare sulla procedura ( https://www.aimn.it/pubblicazioni/LG/RP_AIMN_chirurgia_radioguidata.pdf) a pag. 5 dicono che le dosi assorbite da tutto il personale coinvolto sono nettamente più basse rispetto ai limiti annuali raccomandati, indicati dalla Commissione Internazionale di Radioprotezione ( IRCP). Anche le dosi alle pazienti sono tali che non viene considerata una controindicazione assoluta lo stato di gravidanza.

Effettivamente, la dose assorbita dall'operatore per una decina di interventi, considerata l'attività di radiofarmaco presente nel paziente al momento dell'intervento, è confrontabile a quella che chiunque assorbe, quotidianamente, per via delle radiazioni naturali.

Inoltre, tenga conto del fatto che nelle prime due/tre settimane di gravidanza, a prescindere dalla dose, non c'è rischio di malformazioni radioindotte nel feto, e il rischio di aborto diventa significativo per dosi estremamente elevate, che nulla hanno a che vedere con quelle che lei può eventualmente assorbire. Pertanto, il tempo di esposizione prima di interrompere la sua attività in sala operatoria comporterebbe un rischio nullo sotto tutti gli aspetti.

Sperando di esserle stato utile, la ringrazio di essersi rivolta alla nostra associazione e le faccio i miei migliori auguri per i suoi progetti.

Cordiali saluti.

Dott. Lorenzo Bianchi

Direttore Servizio di Fisica Sanitaria

ASST Valle Olona

@lorenzo Grazie mille per la risposta chiara e dettagliata, ha fugato ogni dubbio. 

Cordiali saluti