Buongiorno, Vi sarei estremamente grata se potessi avere il Vostro parere in merito al rischio a cui sono sottoposti i bambini che eseguono esami diagnostici quali raggi e tac. La mia bambina ha 5 anni e mezzo e forse dovra' sottoporsi ad una rx torace per sospetta broncopolmonite mi domando a quali rischi si espone considerando che all'eta' di 8 mesi ha subito una rx cranica ed una tc encefalo per frattura cranica dovuta ad una caduta dal passeggino. Sebbene sia consapevole che l'esame ha estrema rilevanza ai fini terapeutici sono davvero terrorizzata all'idea di esporla nuovamente e cosi' in tenera eta' all'esposizione di radiazioni che sappiamo possono provocare tumori e leucemie.
Vi sarei davvero riconoscente se potessi avere un Vostro riscontro in merito . Ringrazio e saluto.
Gentile signora,
innanzi tutto la ringraziamo per aver espresso all’Associazione dei Fisici Medici le sue preoccupazioni e siamo al corrente che ha già ricevuto una risposta allo stesso quesito nella sezione Radiologia, ma desideriamo comunque fornirle anche quanto elaborato, in parallelo, dal gruppo di Fisici che curano il forum relativo alle Categorie Speciali, con l'intento di supportare ulteriormente le informazione già comunicate.
Avvalendosi della collaborazione dei Fisici Medici, i Medici Radiologi pongono particolare attenzione all’ottimizzazione degli esami in ambito pediatrico, per buona pratica medica e secondo preciso obbligo che la legge italiana (D.Lgs187/00) impone agli operatori: i parametri tecnici vengono adeguati alle piccole dimensioni del paziente, in base ad età e peso, al fine di minimizzare la dose ai tessuti del bambino.
Ogni individuo è naturalmente soggetto al rischio di sviluppare un tumore nel corso della vita e l’esposizione a radiazioni ionizzanti può comportare un incremento di questo rischio, in dipendenza della dose assorbita, dell’età al momento dell’esposizione e del sesso. La minimizzazione della dose in caso di indagini radiologiche in età pediatrica è finalizzata a contenere l’incremento di rischio a livelli pressoché trascurabili rispetto al rischio naturalmente esistente.
Pur non avendo a disposizione i dati tecnici relativi alle indagini radiologiche cui è stata sottoposta in passato sua figlia, e quindi nell’impossibilità di conoscere con precisione la dose associata, possiamo affermare che per queste tipologie di indagine la dose al paziente pediatrico risulta, di norma, contenuta, ed ancora più bassa nel caso di radiografia del torace.
Pertanto non ha motivo di temere per la sua bambina un incremento del rischio di future malattie che possa essere significativo rispetto al rischio naturalmente esistente: si affidi con serenità al giudizio del Medico Radiologo che valuterà il rapporto rischio/beneficio di eventuali future indagini radiologiche.
Tenga presente che tutti noi siamo esposti, ogni giorno della nostra vita, alla radiazione naturale proveniente dal suolo, dai materiali da costruzione, dal cosmo e perfino dal nostro stesso corpo e che l’esposizione dovuta alle indagini radiologiche effettuate da sua figlia può essere considerata equivalente a un limitato tempo aggiuntivo di esposizione a questo fondo naturale, come indicato in pubblicazioni autorevoli come, ad esempio, il volume “Communicating Radiation Risk in Paediatric Imaging” pubblicato lo scorso anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).
In caso di ulteriori dubbi o perplessità la invitiamo a contattare un Fisico Medico che opera presso una struttura sanitaria della sua città. Anche in questo caso AIFM sarà lieta di indirizzarla verso colleghi in grado di confrontarsi direttamente con Lei.
Sperando di essere stati d'aiuto, la salutiamo cordialmente e la invitiamo a contattarci nuovamente per qualsiasi esigenza, approfondimento, chiarimento.