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radiografia torace circa 20 settimane

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 Hani
(@hani)
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Buongiorno,
Scrivo per avere delle informazioni riguardo la radiografia al torace durante gravidanza: Sono incinta di 20 settimane (+ qualche giorno) e dovrei fare una radiografia al torace (chest x ray). Volevo sapere se farlo può comportare dei danni al feto oppure anche dopo quando il bambino è nato può risentirne? Non sono sicura se la struttura in cui vado a fare la radiografia usa delle protezioni di piombo o qualche altra precauzione. Mi farebbe un grandissimo favore se riuscisse ad informarmi sull'argomento, poiché ho letto varie cose su internet che mi hanno preoccupato molto. Anche parlando con il medico di base e anche Lei mi ha detto che potrebbe essere pericoloso.

 
Pubblicato : 11 Maggio 2018 19:10
(@fisicimedici)
Post: 122
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Gent.ma Signora, 
ci sentiamo anzitutto nelle condizioni di tranquillizzarla.
Infatti, sebbene per effettuare una valutazione accurata della dose assorbita dal feto sia necessario conoscere le informazioni di dettaglio sullo svolgimento di ciascuna esposizione, gli esami radiografici che Lei ci descrive espongono il feto, di norma, ad una dose di radiazioni ionizzanti estremamente contenuta. I dati riportati dalla Pubblicazione ICRP n. 84 [1], dalla Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency [2] e dalla IAEA [3] concordano nell’associare ad un esame RX del torace assimilabile a quello da Lei indicato una dose di radiazioni ionizzanti al feto inferiore a 0.01 mGy.
I danni da radiazioni si distinguono in deterministici e stocastici.
Nel primo caso, è necessaria una quantità di radiazioni maggiore di una certa soglia perché l’evento abbia luogo e la dose al feto per una radiografia del torace è sempre molto minore (almeno di mille volte)  rispetto a questo valore. 
Questo tipo di effetti sono inoltre funzione del periodo gestazionale e quello più critico, ossia il periodo dell’organogenesi del bambino, è tra l’8° e la 15° settimana.
Per quanto riguarda invece l’effetto stocastico (ossia probabilistico), deve considerare che quotidianamente siamo esposti al fondo naturale delle radiazioni ionizzanti, variabile da zona a zona. Una radiografia del torace comporta una dose di radiazioni che può essere considerata equivalente a 3 giorni di esposizione al fondo naturale.
L’impiego di una protezione in piombo può essere consigliata ma non è indispensabile perché la richiesta fondamentale è quella di un’accurata collimazione dei diaframmi dell’apparecchiatura in funzione dell’informazione radiologica che si deve ottenere. 
Ciò premesso, se ogni esposizione di pazienti alle radiazioni ionizzanti deve essere giustificata dal Medico Prescrivente e dal Medico Specialista (radiologo) che ne devono valutare il rapporto rischio-beneficio, questo è ulteriormente sottolineato dalla nostra legislazione (DLgs 187/00) nel caso in cui la gravidanza sia certa: “…non è consentito l’impiego di procedure che comporti l’irraggiamento dell’embrione o del feto, tranne nei casi di necessità o di urgenza…”. Laddove non sia possibile rinviare l’indagine o sostituirla con tecniche che non prevedono l’impiego di radiazioni ionizzanti, è compito del Medico Specialista informare la paziente dei possibili rischi. E’ quindi indispensabile che il Medico radiologo che effettuerà l’esame sia informato del suo stato di gravidanza. Il Medico Specialista programmerà l’ottenimento dell’informazione desiderata procedendo a un’accurata ottimizzazione dell’esame per ridurne al massimo l’esposizione del feto e si avvarrà della consulenza di un fisico medico. 
Nel suo caso, presumibilmente il processo di giustificazione fa ritenere utile l’esecuzione della radiografia del torace, a fronte un rischio da radiazioni particolarmente basso.
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarLa, per dubbi e perplessità La invitiamo a integrare le informazioni sul nostro portale o a contattare un Fisico Medico che opera per la struttura in cui effettuerà l’esame. Anche in questo caso AIFM sarà lieta di indirizzarla verso Esperti in Fisica Medica in grado di confrontarsi direttamente con Lei.
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente.
 
[1] ICRP Publication 84 Pregnancy and Medical RadiationPaperback (1 edition). Elsevier. (2000)

[2] Australian Radiation protection and Nuclear Safety Agency. Safety Guide: Radiation Protection in Diagnostic and Interventional Radiology. Radiation Protection Series Publication No. 14.1 (2008)

[3] IAEA. https://www.iaea.org/resources/rpop/health-professionals/radiology/pregnant-women

 
Pubblicato : 15 Maggio 2018 16:57
 Hani
(@hani)
Post: 3
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Topic starter
 

Vi ringrazio davvero tantissimo per una risposta così dettagliata e ed esaustiva. Cordiali saluti.

 
Pubblicato : 24 Maggio 2018 22:47
(@dianatimis)
Post: 2
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Buongiorno,
Non sapendo come inviare un messaggio provo a descrivere qua il mio problema.
Ho avuto le ultime mestruazioni il 21/06/2018 e il 09/07/2018 ho eseguito una TAC rachide cervicale senza mezzo di contrasto,il 20/07 dopo un giorno di ritardo ho scoperto di essere incinta.ho rifatto il test dopo due giorni e c’era scritto incinta 2/3 settimane.Dagli esami del sangue fatti il 25/07 il valore della gonadotropina corionica e 2421.0>.Ho fatto la visita ginecologica il 24/7 e la settimana di gestazione stabilità e 4+, la grandezza del embrione 3,3x3.Sono andata al centro radiologico per chiedere la stima della dose di radiazioni e mi hanno dato questi dati:
Apparecchiatura tc ge Lightspeed 64
Ko 120
mAs medi 110
CTDIvol=12,59 may;DLP=167,54
N 1 scansione basale
Geometria dì irradiazione:rachide cervicale
La dose all’utero per L’esecuzione dell’esame è risultata inferiore a 0,1 mSv.
Ho tanta paura di portare avanti la gravidanza,Per favoare ditemi quali sono i rischi con i valori elencati.
Grazie

 
Pubblicato : 27 Luglio 2018 12:42
(@Anonimo)
Post: 0
 

Gentilissima, la sua richiesta è stata presa in carico dai nostri esperti, che le risponderanno nel più breve tempo possibile.

Cordiali saluti.

 
Pubblicato : 27 Luglio 2018 14:08
(@fisicimedici)
Post: 122
Membro
 

Gentile Sig.ra,

in linea di massima ci sentiamo nelle condizioni di tranquillizzarla. Questo in considerazione sia della fase della gravidanza in cui si è sottoposta all’indagine diagnostica (ci pare di capire avvenuta nei primi giorni dal concepimento), sia del tipo di esame che Lei ci descrive (TAC rachide cervicale senza mezzo di contrasto).

Nella fase di pre-impianto (che si estende dal momento del concepimento a quello dell’impianto), il numero di cellule è ridotto, e l’effetto delle radiazioni può manifestarsi in un mancato impianto. In altre parole, nei primi giorni di gravidanza, l'evento atteso sarebbe stato del tipo tutto o nulla, vale a dire o aborto spontaneo o prosecuzione della gravidanza senza sequele dovute all'esposizione a radiazioni. Tali sequele sono invece possibili in caso di esposizione a radiazioni ionizzanti nel periodo gestazionale successivo, ovvero durante l'organogenesi. 

 

Sebbene per effettuare una valutazione accurata della dose assorbita dal paziente sia necessario conoscere le informazioni di dettaglio sul suo svolgimento, tuttavia, l’esame TAC che Lei ci descrive espone il paziente, di norma, ad una dose di radiazioni ionizzanti contenuta e il nascituro ad una quantità di radiazioni ionizzanti che, ai fini dell’analisi dei rischi associati, possiamo considerare trascurabile. Infatti i dati riportati dalla Pubblicazione ICRP n. 84 [1], dalla Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency [2] e dalla IAEA [3] concordano nell’associare ad un esame TAC assimilabile a quello da Lei indicato una dose di radiazioni ionizzanti inferiore a 0.1 mGy nel primo trimestre di gravidanza. Nel caso specifico dell'esame, dose all’embrione di 0.1 mGy e dose all’utero di 0.1 mSv coincidono e hanno lo stesso significato.

La Pubblicazione n. 84 della ICRP riporta, inoltre, che l’interruzione di gravidanza per dosi al feto inferiori a 100 mGy non è giustificata sulla base del solo rischio indotto dalle radiazioni.

 

Va sottolineato che questa risposta fa riferimento a condizioni “standard” per l’esecuzione dello specifico esame diagnostico. Per ulteriori dubbi Le suggeriamo di rivolgersi al Fisico Medico della Struttura presso cui è stata eseguita l’indagine con uso di radiazioni ionizzanti. Nella speranza di esserLe stati d'aiuto La salutiamo cordialmente.

 

[1] ICRP Publication 84 Pregnancy and Medical RadiationPaperback (1 edition). Elsevier. (2000)

[2] Australian Radiation protection and Nuclear Safety Agency. Safety Guide: Radiation Protection in Diagnostic and Interventional Radiology. Radiation Protection Series Publication No. 14.1 (2008)

[3] IAEA. https://www.iaea.org/resources/rpop/health-professionals/radiology/pregnant-women

 
Pubblicato : 31 Luglio 2018 16:15
(@dianatimis)
Post: 2
Membro
 

Vi ringrazio per la vostra risposta

 
Pubblicato : 31 Luglio 2018 18:12
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