Gentile signor Pierpaolo,

nel corso dell'ultimo decennio l'attività radiologica ha visto un progressivo passaggio a tecnologie digitali, con produzione di immagini non più mediante pellicole radiografiche, ma rivelatori digitali, indiretti e, più recentemente, diretti. Il processo di rinnovo tecnologico delle apparecchiature interessa tutto il territorio nazionale, comprese le regioni del sud. Questa innovazione tecnologica offre numerosi vantaggi, prevalentemente dovuti alla possibilità di elaborare le immagini  digitali dopo l'acquisizione, e consente potenzialmente una riduzione delle dosi ai pazienti sottoposti a indagini radiologiche. Ciò ha particolare rilevanza in situazioni che si possono incontrare ad esempio in terapia intensiva neonatale, dove i piccoli pazienti nati prematuri devono essere sottoposti in molti casi a un numero significativo di ripetizioni dell'esame per valutare l'evoluzione delle condizioni cliniche. La radiografia del cranio prescritta per suo figlio è un'indagine radiologica che comporta in genere una bassa dose al paziente e, in questo caso, le differenze in termini di esposizione tra esami condotti con apparecchiature diverse non sono quantificabili a priori, perché dipendenti da numerosi parametri legati all'esecuzione dell'esame, dunque alla sua ottimizzazione, e non esclusivamente dalla tecnologia utilizzata.

Il consiglio che le possiamo dare è di rivolgersi tranquillamente a una struttura ospedaliera della sua regione di residenza, dando preferenza a un ospedale pediatrico o almeno dotato di una divisione di neonatologia/pediatria, dove quindi vengono eseguite numerose indagini radiologiche sui piccoli pazienti e l'attenzione all'ottimizzazione di queste procedure è massima da parte dei medici radiologi e dei fisici medici. Il pediatra curante di suo figlio saprà darle sicuramente indicazioni in tal senso.

Sperando di esserle stati d'aiuto, la ringraziamo di averci contattato e la salutiamo cordialmente.

Grazie per la risposta molto esaustiva