Salve,
nel 2016 mi sono sottoposta a diverse RMN (con e senza contrasto) radiografie e ad una PET per una (fortuita!) diagnosi di ciò che, all'esito dell'intervento di curettage, si è rivelato essere un condrosarcoma di 1° grado al terzo distale del femore sx.
Dal febbraio 2017 sono stata sottoposta, con cadenza semestrale, ad esami di follow up sostanziatesi, dapprima in RMN con MDC per femore, unitamente a RX torace (giugno e dicembre 2017) e, successivamente, in RX femore semestrale e RX torace annuale (ultima, giugno 2019).
Tengo a precisare che da indicazioni dell'ortopedico oncologo, nel caso in cui dovessi rimanere incinta, il controllo semestrale da effettuare durante la gestazione sarebbe la RMN senza MDC al femore in luogo della RX femore.
Ciò posto, vorrei sapere da Voi i) se le radiazioni ed i mezzi di contrasto assunti per effettuare detti esami nell'ultimo triennio possano comportare eventuali conseguenze sia sulla ricerca di un'eventuale gravidanza che sul feto e ii) se la RMN possa essere effettuata in gravidanza.
Vi ringrazio sin da ora per l'attenzione prestata.
Saluti.
Gent.ma Signora,
abbiamo letto con molta attenzione il suo quesito e ci sentiamo nelle condizioni di tranquillizzarla: il rischio di eventi genetici indotti in future gravidanze dalla tipologia di esami che lei ci descrive è generalmente ritenuto trascurabile in comparazione ai vari tipi di rischi genetici naturali o associabili ad altre varie cause, mono o multifattoriali. Nel suo caso, pur essendosi sottoposta a diverse tipologie di indagini diagnostiche, ci sentiamo di dirle che non esistono elementi scientifici consistenti che le diano motivo di preoccupazione e che debbano indurla a rinunciare a una futura gravidanza.
Tenga presente che la Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICRP), nelle raccomandazioni più recenti, indica esplicitamente che non vi è alcuna evidenza diretta che l’esposizione dei genitori alle radiazioni possa condurre ad un eccesso di malattie ereditarie nella progenie. In sostanza, allo stato attuale delle conoscenze, è impossibile affermare con sicurezza che esiste un rischio genetico associato a esposizioni delle ovaie umane prima del concepimento e tanto meno calcolare questo rischio per una singola donna.
Ci preme in ogni caso precisare che gli esami a raggi X (radiografia tradizionale, mammografia, TAC, etc.) utilizzano radiazioni ionizzanti che, se pur ridotte al minimo, comportano sempre un certo rischio per la salute del paziente; tuttavia, non sono presenti controindicazioni particolari per la ricerca di una gravidanza dopo l’esecuzione di tale tipologia di esami. Questo vale anche nel caso dell’esame PET cui si è sottoposta sia per la quantità di radioisotopo che viene somministrato sia soprattutto per la sua breve emivita.
Per quanto riguarda la risonanza magnetica, occorre precisare che questo tipo di indagine diagnostica non sottopone il paziente a radiazioni ionizzanti, in quanto utilizza campi magnetici ed elettromagnetici per la formazione dell’immagine. Nel caso in cui, come indicato dal suo ortopedico oncologo, si dovesse sottoporre ad una RM durante la gravidanza tenga presente che, per apparecchiature con campo magnetico fino a 2 Tesla, l’embrione potrebbe essere esposto a campi elettromagnetici prodotti dall’apparecchiatura nel corso dell’esame, ma la letteratura scientifica internazionale non riporta evidenze di rischi degne di nota.
La normativa italiana in materia di standard di sicurezza per le apparecchiature a risonanza magnetica non pone alcuna controindicazione assoluta agli esami in gravidanza facendo contestualmente riferimento a un criterio prudenziale di giustificazione relativamente a tale periodo: “Sebbene non esistano evidenze che dimostrino una sensibilità dell'embrione ai campi magnetici ed ai campi a radiofrequenza di intensità e potenze utilizzate nelle attuali apparecchiature RM a uso diagnostico, è prudente escludere dall'esposizione donne nel primo trimestre di gravidanza, tranne nei casi di effettiva e improrogabile necessità, valutati dal medico, caso per caso, sotto la sua responsabilità. Nel caso di esami su donne in stato di gravidanza accertata o presunta, particolare attenzione è rivolta alla giustificazione, in particolare in regime di urgenza, e all’ottimizzazione dell’esame RM, nei confronti – e tenendo conto – sia della paziente che del nascituro. La paziente sarà preventivamente informata sui possibili rischi dell’esame” (DM 10/08/2018).
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarla, per dubbi e perplessità La invito a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - https://fisicamedica.it - o a contattare il Fisico Medico che opera nella struttura sanitaria presso la quale ha effettuato/effettuerà gli esami.
Nella speranza di esserle stati d'aiuto la salutiamo cordialmente e la invitiamo a contattarci nuovamente per qualsiasi esigenza, approfondimento, chiarimento.
Gentili Dottori,
Vi ringrazio per la risposta fornitami in ragione della quale, in ipotesi di gravidanza, mi sottoporrei al controllo periodico di follow-Up trascorso il primo trimestre di gestazione.
Nel rileggere il mio scritto, mi sono accorta di aver dimenticato di inserire tra gli esami effettuati nel 2016 anche una TAC femore senza MDC effettuata prima della PET; lo preciso anche se non credo influenzi la Vostra risposta in merito agli effetti di eventuali “accumuli” di esami.
Vi ringrazio ancora e, in caso di ulteriori dubbi, tornerò ad interloquire con Voi.
Un saluto
Gent.le Sig.ra,
le confermiamo che la TAC femore senza MDC effettuata prima della PET non modifica quanto riportato nelle risposta precedentemente fornita
Nel ringraziarla nuovamente per averci contattato la salutiamo cordialmente