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Pericolosità tac bambini

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(@eleandre82)
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Gentili dottori, vi sarei davvero grata se mi aiutaste a dissipare i miei dubbi relativi a quest' articolo trovato sul web che mi preoccupa molto in quanto scritto da un pediatra.    https://www.medicitalia.it/blog/pediatria/3770-tac-cerebrale-e-rischio-tumori-nei-bambini.html#comments  

Avendo mio figlio eseguito una tac al cranio, questo articolo mi terrorizza e non riesco a pensare ad altro. Mi avete già gentilmente risposto in precedenza ma questo articolo parla di un aumento di rischio di tumore per tac al cranio pari al 250 per cento e non riesco a capire su quali fonti si basi un' affermazione del genere. Grazie di cuore! 

 
Pubblicato : 31 Luglio 2024 14:35
(@fisicimedici)
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Gentile signora
ci sentiamo anzitutto nelle condizioni di tranquillizzarLa.
Pur non avendo a disposizione i dati tecnici relativi agli esami diagnostici cui è stata sottoposta suo figlio, possiamo affermare che, per la tipologia di indagine citata, la dose approssimativamente stimabile per questo esame può essere equiparata cautelativamente, come ordine di grandezza, all’esposizione annuale al fondo naturale di radiazione (uno o al più alcuni milliSievert). Tutti noi, infatti, in qualsiasi parte d’Italia (o più in generale del mondo) viviamo, siamo sottoposti ad una esposizione continua (e in taluni casi intensa) alle radiazioni ionizzanti, per molti aspetti simili a quelle utilizzate per eseguire l’esame TAC di Suo figlio).
Inoltre qualsiasi procedura medica che comporti l’esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti richiede l’applicazione di due principi fondamentali della radioprotezione: giustificazione e ottimizzazione.
“Giustificazione” significa certezza che l’esecuzione dell’esame porti un beneficio netto e dimostrabile per il paziente, ossia che il rischio derivante dall’esecuzione delle indagini sia nettamente inferiore al rischio di una mancata diagnosi e ciò vale anche quando l’esecuzione dell’indagine dovesse escludere una patologia o uno stato che, se confermati, richiederebbero una immediata terapia o intervento (quindi il rischio, da radiazioni ionizzanti, associato ad un’indagine radiologica va sempre preso in esame contestualmente con quelli che sono i benefici attesi dalla sua esecuzione, ovvero, in primo luogo, la possibilità di poter formulare una diagnosi);
 “Ottimizzazione” significa conduzione dell’indagine in modo da ottenere le informazioni, necessarie per rispondere al quesito diagnostico, con la minima esposizione possibile del paziente.
I Medici Radiologi, avvalendosi della collaborazione dei Fisici Medici, pongono particolare attenzione proprio all’ottimizzazione degli esami in ambito pediatrico: i parametri tecnici vengono adeguati alle piccole dimensioni del paziente, in base ad età e peso, al fine di minimizzare la dose ai tessuti del bambino e dunque a contenere entro livelli di assoluta accettabilità il possibile rischio associato a maggior ragione per una tipologia di indagine quale quella da Lei indicata, non infrequente tra quelle pediatriche e che quindi trovano a maggior ragione protocolli di esecuzione condivisi.
Anche nell’ ”AAPM Position Statement on Radiation Risks from Medical Imaging Procedures”  (https://www.aapm.org/org/policies/details.asp?id%3D439%26type%3DPP&source=gmail&ust=1723706147119000&usg=AOvVaw3_O1bgQtcogSHTXTBx9Yr 0"> https://www.aapm.org/org/policies/details.asp?id=439&type=PP ) della prestigiosa Associazione Americana di Fisica Medica sui rischi di radiazioni dalle procedure di imaging medico,  è chiaramente ribadito che “Al momento, le prove epidemiologiche a sostegno dell'aumento dell'incidenza del cancro o della mortalità per dosi di radiazioni inferiori a 100 mSv sono inconcludenti. Poiché le dosi di diagnostica per immagini sono in genere molto inferiori a 100 mSv, quando tali esposizioni sono appropriate dal punto di vista medico, è molto probabile che i benefici previsti per il paziente superino qualsiasi piccolo rischio potenziale. Data la mancanza di consenso scientifico sui potenziali rischi derivanti da basse dosi di radiazioni, le previsioni dell'ipotetica incidenza del cancro e della mortalità derivanti dall'uso della diagnostica per immagini sono altamente speculative. L'AAPM e altre organizzazioni che si occupano di protezione dalle radiazioni scoraggiano previsioni di danni ipotetici. Tali previsioni possono portare a sensazionalismi tali da indurre alcuni pazienti a temere o rifiutare una indagine diagnostica a scapito della loro stessa salute”.
Rispetto a quanto indicato dall’articolo citato (indagine epidemiologica condotta su popolazione australiana  che aveva effettuato TC tra il 1985 e il 2005) , il processo di ottimizzazione ossia di riduzione della dose al paziente a parità di informazione richiesta dal quesito diagnostico, negli ultimi 10 anni ha ricevuto un impulso estremamente significativo.
 
Gli esami più recenti inseriti nel lavoro scientifico da lei citato si riferiscono a esami TC del 2005; il periodo di raccolta dei dati parte dal 1985, circa 40 anni da oggi. Nel 1985 la TC era un esame non comune (rispetto ad oggi): l’utilizzo della tomografia assiale computerizzata con raggi X (TAC) ha avuto un enorme impulso solo all’inizio degli anni ’80 grazie alla assegnazione del premio Nobel per la medicina nel 1979 a Godfrey Newbold Hounsfield  ed Allan Cormack. In 40 anni l’avanzamento tecnologico e le conoscenze mediche (come ad esempio potenza di calcolo dei computer fino ad arrivare alle applicazioni ormai comuni dell’intelligenza artificiale) consentono di eseguire esami con dosi decisamente più contenute rispetto al periodo preso in considerazione nell’articolo.
 
C’è poi un ulteriore elemento metodologico dell’articolo da lei citato che molti autori hanno considerato come critico: l’inversione di causalità. Volendo sintetizzare la questione è la seguente: i pazienti che hanno effettuato l’esame TAC hanno sviluppato un tumore a causa dell’esame oppure i pazienti hanno effettuato una TAC perché erano affetti da tumore? Come facilmente comprensibile una persona “sana” non si sottopone a un esame TAC. Non è facile rispondere a questa domanda in modo oggettivo e rigoroso. Tuttavia, nella discussione, gli autori dell’articolo fanno la seguente considerazione che riportiamo letteralmente:
Non possiamo, tuttavia, necessariamente assumere che tutti i casi di cancro in eccesso osservati durante il periodo di follow-up siano stati causati dalle scansioni TC, poiché le decisioni di eseguire una scansione si basano su indicazioni mediche e non sono assegnate casualmente. Pertanto, non possiamo escludere la possibilità di un'inversione di causalità, in cui i sintomi di condizioni precancerose (inclusi disturbi genetici) o i primi sintomi del cancro stesso potrebbero indurre a eseguire una TC. Questa inversione di causalità è più probabile per i tumori cerebrali successivi a una TC cerebrale, dove i tumori a basso grado potrebbero causare sintomi che portano a un'indagine diversi anni prima della diagnosi effettiva del cancro.
 
Se anche questa risposta non dovesse tranquillizzarla, per dubbi e perplessità La invitiamo a non fare ricerche su web o, almeno a consultare pagine pubblicate da Associazioni di comprovata scientificità quali AIFM - http://www.fisicamedica.it&source=gmail&ust=1723706147119000&usg=AOvVaw2WO4R8q5EA-eYLXKLZMdN 7"> http://www.fisicamedica.it  - o a contattare un Fisico Medico della Struttura presso cui è stato eseguito l’esame. Anche in questo caso AIFM sarà lieta di indirizzarla verso esperti in Fisica Medica in grado di confrontarsi direttamente con Lei.
 
Nella speranza di essere stati di aiuto, La ringraziamo per averci contattato e La salutiamo cordialmente.
 
Pubblicato : 14 Agosto 2024 09:27
(@eleandre82)
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Ora mi è tutto più chiaro e da " profana" vi ringrazio sentitamente. Mio figlio l 'aveva eseguita per una caduta che fortunatamente non ha dato luogo ad alcuna conseguenza. La Tac era infatti negativa. Grazie, siete stati davvero gentili, chiari, esaustivi e soprattutto  molto professionali! Grazie per il tempo dedicatomi. 

 
Pubblicato : 15 Agosto 2024 10:26
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