Buongiorno,
lavoro in Università e hanno trasferito (causa lavori) i nostri uffici per un tempo al momento quantificato come 1 anno, in un edificio che per una decina di anni è stato un centro di sperimentazione oncologica di eccellenza con all'interno tutti i macchinari tra cui una risonanza magnetica protonica e non ci è dato sapere che altro; so solo che questi strumenti sono ancora nei laboratori che si trovano al piano immediatamente sotto al quale si trovavano i vecchi uffici e ora ci sono i nostri. Le macchine sono tutte spente circa da 5 anni se non qualcosina di più. Può questo pregresso avere delle conseguenze per noi che ora stiamo occupando l'edificio?
Grazie
Grazie essersi rivolta al nostro servizio.
Non bisogna farsi fuorviare da termini scientifici sconosciuti e cercare informazioni in internet dove le paure vengono sfruttate.
La realtà normalmente è spesso molto più prosaica, e tranquilla, di quello che gira in rete.
Prima di tutto va ricordato che le varie tecniche di risonanza magnetica, sia clinica che analitica, non fanno uso di radiazioni ionizzanti.
Se poi, nei non meglio identificati laboratori fossero state impiegate sorgenti di radiazioni, per esempio radioisotopi per studi con molecole marcate, bisogna ricordare che la normativa è, non da oggi, molto stringente.
L'impiego delle sorgenti non può iniziare se non è stato prima valutato il rischio e, in caso di utilizzo di radioisotopi, i locali non possono essere rilasciati se non è stata verificata l'assenza di contaminazione.
In caso di dubbi ci si può sempre rivolgere ai servizi dell'Università preposti alla sicurezza dei dipendenti che coinvolgono, quando previsto, l'Esperto di Radioprotezione, che è la figura prevista dalla legge.